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L'intervista

Elezioni comunali e alleanze. Parla Massimo Ruspandini

Il deputato e coordinatore provinciale di FdI: «Per fare squadra la Ciociaria ha bisogno di essere consapevole della propria identità. La Zes? Lavoriamo con il ministro»

massimo ruspandini

Il deputato Massimo Ruspandini

Attento ad evitare ogni tipo di polemica e a sottolineare come il centrodestra possa e debba porsi come centro di gravità permanente anche nel panorama politico locale. Massimo Ruspandini, deputato di Fratelli d'Italia (vicecapogruppo del partito alla Camera), è anche coordinatore provinciale. Si è appena conclusa la stagione del tesseramento.

Rileva Ruspandini: «Abbiamo 5.600 tesserati. Uno dei tesseramenti più grandi d'Italia per un congresso importante per la nostra terra e il nostro partito». Alle porte c'è la stagione congressuale. Ma non solo: pure le europee e le amministrative. La posta politica in palio è altissima.

Tre parlamentari, due consiglieri regionali, sindaci, assessori, consiglieri, presidenti di enti intermedi: cosa vuol dire guidare un partito di governo dopo decenni all'opposizione?
«Vuol dire non commettere gli errori del passato, non sprofondare nelle logiche correntizie, riconoscere lo spazio necessario alla militanza, non rassegnarsi ad essere "un partito di potere". Vuol dire tutto questo».

A giugno ci saranno le comunali in 39 centri, tra i quali Cassino, Veroli, Isola del Liri, Paliano, Ceprano. Il centrodestra andrà unito? Sono Comuni guidati dalla sinistra: come fare per espugnarli?
«Sarà una tornata particolarmente impegnativa perché interessa i Comuni storicamente più difficili per il centrodestra. Ce la metteremo tutta per continuare a vincere. Per questo ho deciso di scendere in campo in prima persona, ad esempio nel Comune di Casalvieri, candidandomi al consiglio comunale. Dare l'esempio è importante».

Perché tanti problemi tra Fratelli d'Italia e Lega in Ciociaria?
«Diciamo che abbiamo migliori rapporti con la classe dirigente di Forza Italia, ma c'è rispetto e lealtà verso gli amici della Lega. Veniamo da storie diverse e questo non aiuta a volte. Ma nessun problema è irrisolvibile…».
In Parlamento ha presentato una proposta per includere le province di Frosinone e Latina nella Zona Economica Speciale. Cosa significherebbe? E cosa significherebbe restarne fuori? Come conta di convincere il ministro Fitto?
«Stiamo lavorando con il ministro per provare a superare gli schemi imposti dall'Unione Europea. Non sarà facile ma ci proviamo. Far parte della Zes sarebbe un volano formidabile per lo sviluppo e per il rilancio».

Perché in provincia di Frosinone non si fa mai squadra?
«Credo che la nostra identità irrinunciabile in una regione schiacciata sulla nostra capitale debba trovare rappresentatività e rappresentanza nelle nostre azioni e nelle nostre convinzioni. Noi non siamo solo una provincia. Siamo una sub regione per la storia e la complessità territoriale. Per anni siamo stati un territorio di caccia, per anni tutti i rappresentanti dei partiti, superato Colleferro, si sono calati le braghe anteponendo logiche minimali e di bottega agli interessi del territorio. Non tutti, sia chiaro. Ma anche solo l'atteggiamento, sempre a dir poco remissivo, che riscontro in tanti a tutti i livelli, secondo me non va bene».

Sanità e rifiuti: di cosa ha bisogno la provincia di Frosinone?
«Siamo ben rappresentati da chi deve gestire la sanità e i rifiuti nella nostra provincia».

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