Cerca

Quel che resta della settimana

Si fa presto a dire coalizione. I big locali ballano da soli

Nel 2024 si voterà per le elezioni europee. Sarà un test formidabile per tutti i partiti, ad ogni livello: nazionale, regionale, provinciale, comunale

elezioni

La distanza più breve tra due punti è data da una linea retta. Lo sosteneva già Archimede. Ed è perfettamente vero. Nel 2024, esattamente il 9 giugno, si voterà per le elezioni europee. Sarà un test formidabile per tutti i partiti, ad ogni livello: nazionale, regionale, provinciale, comunale. Succederà di tutto, anzi di più. Lo stiamo già vedendo. Una settimana fa una foto che ritraeva vicini il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli e Gianfranco Pizzutelli (presidente dell'Asp e leader del Polo Civico) ha scatenato un pandemonio all'interno della maggioranza di centrodestra che governa il capoluogo. Tutti i big hanno immediatamente inviato un segnale di fumo chiarissimo: non ci sono spazi per manovre finalizzate ad allargare la coalizione. Alzando un muro invalicabile.

Il Polo Civico aveva chiesto di entrare in maggioranza? No. Riccardo Mastrangeli aveva dato il via a consultazioni di questo tipo? No. Però le fibrillazioni si sono moltiplicate in progressione geometrica. Forse la spiegazione è più semplice. Magari Mario Abbruzzese, regista dell'evento organizzato a Castrocielo dall'assessore regionale Pasquale Ciacciarelli, sta lavorando per una candidatura alle europee. Magari avrà invitato Gianfranco Pizzutelli per iniziare un lavoro diplomatico in vista di quell'appuntamento elettorale. Non sarà certamente l'unico. Conquistare un seggio in Europa rappresenta una vera impresa, ma c'è un elemento che nessuno può sottovalutare. Si voterà con il proporzionale, ogni partito farà corsa a sé. Ottenere anche un solo consenso in più dell'avversario, e perfino dell'alleato, sarà l'unico vero termometro politico per misurare i gradi di consenso nei territori. È chiaro che nei singoli Comuni sono sindaci, assessori e consiglieri quelli che possono cercare di spostare più voti e preferenze possibili.

Perché le alleanze sono finite in secondo piano
Tra un anno si voterà anche per le amministrative. In 39 Comuni: tanti. Fra i quali Cassino, Veroli, Isola del Liri, Paliano, Ceprano. Sarà complicato ovunque tenere i confini delle coalizioni politiche. Intanto perché lo sfilacciamento è ormai consolidato. È successo alle provinciali prima che alla Saf. Ma pure alle amministrative. Inoltre l'importanza e il peso delle europee sarà preponderante e prevalente. Indipendentemente da chi sarà candidato. Per tutti i big politici locali sarà un esame che finirà all'attenzione delle segreterie nazionali. Nessuno potrà distrarsi. Lo sanno bene Francesco De Angelis, Luca Fantini, Sara Battisti (Pd), Massimo Ruspandini (Fratelli d'Italia), Nicola Ottaviani (Lega), Claudio Fazzone (Forza Italia). E tutti gli altri. Sarà fondamentale (ma difficile) tenere le maggioranze ovunque. Le europee determinano un richiamo della foresta ancestrale della politica: contano esclusivamente i voti, le percentuali e le singole preferenze. Più della vittoria della coalizione alle comunali.

Altissima tensione nella maggioranza a Frosinone
Occorre mettere in fila alcuni episodi per capire come in realtà nella maggioranza di centrodestra che sostiene Riccardo Mastrangeli il nervosismo sia molto forte. Qualche mese fa, non appena vengono allestiti i cantieri delle piste ciclabili in via Puccini e via Valle Fioretta, nella maggioranza iniziano i malumori. Anselmo Pizzutelli, esponente della Lista Mastrangeli, solleva il problema. Non è il solo. Poi succede che nella seduta consiliare nella quale si deve votare il piano di gestione del servizio di igiene urbana, la maggioranza ritira il punto all'ordine del giorno per approfondimenti. Quando, dopo diverso tempo, il tema torna all'attenzione dell'aula, le assenze nella coalizione di centrodestra sono nove. Diverse delle quali giustificate, ma cambia poco. Soprattutto però in quattro escono prima che inizi la votazione sul punto. Si tratta di Anselmo Pizzutelli (Lista Mastrangeli), Pasquale Cirillo (Frosinone Capoluogo), Maurizio Scaccia (Forza Italia), Giovanni Bortone (Lega). Sullo sfondo c'è pure l'opzione della costituzione di un nuovo gruppo consiliare. Nessuno lo dice esplicitamente. Neppure lo smentisce però. Si arriva alla seduta sul bilancio, la più delicata. La prova di forza della maggioranza è netta: 22 sì su 22 consiglieri. Certamente sul documento contabile non si può sbagliare, ma forse c'è dell'altro. Nessuno vuole restare con il cerino in mano. Dopo qualche giorno una foto di Riccardo Mastrangeli e Gianfranco Pizzutelli vicini manda il centrodestra sull'orlo di una crisi di nervi. Poi arriva la questione del Brt: entro fine luglio-inizio agosto c'è da indire la gara, in modo che per la fine di settembre i lavori vengano appaltati. Nella maggioranza non tutti sono d'accordo, specialmente sul percorso. In particolare la corsia dedicata al passaggio del Bus Rapid Transit in via Aldo Moro. Massimiliano Tagliaferri, presidente del consiglio comunale, lo dice forte e chiaro. Il gruppo di Fratelli d'Italia, riunito da Fabio Tagliaferri, invia una lettera al Sindaco per chiedere di stoppare tutto relativamente al piano di mobilità urbana. Poi ci sono altri consiglieri che non hanno mai nascosto le loro perplessità. A cominciare da Anselmo Pizzutelli. La riunione di mercoledì prossimo sarà durissima, complessa, complicata e decisiva. Riccardo Mastrangeli in tutti questi mesi ha ripetuto un concetto: il piano di mobilità urbana è nel programma sottoscritto da tutti. Piste ciclabili e Brt compresi. La posta in palio è la tenuta reale della maggioranza di centrodestra al Comune capoluogo. Esiste la possibilità di un "punto di caduta" condiviso che non faccia uscire sconfitto o ridimensionato nessuno? Lo capiremo immediatamente. Dai contrari. E dalle assenze.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione