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L'analisi

Contarsi per contare, giocano i leader. Battiquorum Saf

Domani l'elezione dei nuovi vertici. Tutti gli intrecci. Il Partito Democratico: siamo a 41 firme. Poi l'apertura

Contarsi per contare, giocano i leader. Battiquorum Saf

Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli e il parlamentare e coordinatore provinciale della Lega Nicola Ottaviani

Il giorno più lungo delle grandi manovre per la nuova governance della Saf inizia oggi e terminerà domani con il voto dell'assemblea dei soci. Confronti, faccia a faccia, telefonate a raffica, proposte di accordo. E naturalmente simulazioni delle possibili "conte". Sta succedendo di tutto. E potrà succedere ancora di tutto. In campo ci sono i leader dei partiti. Nessuno escluso. Inoltre è iniziata la fase della raccolta delle firme in calce alle possibili candidature.

I numeri dell'assemblea
L'assemblea dei soci della Saf è fissata per domani in seconda convocazione presso la sede di Colfelice. I soci sono 92: i 91 Comuni e l'Amministrazione Provinciale. Il numero legale, in seconda convocazione, è stabilito a quota 31. Per la certezza della vittoria si deve arrivare almeno a 47. All'ordine del giorno l'approvazione del bilancio e il rinnovo delle cariche sociali. Significa che bisogna votare sia per il presidente che per i componenti del consiglio di amministrazione. C'è pure il collegio sindacale.

Le manovre
Ci sono stati dei contatti tra esponenti della Lega e di Azione. Evidentemente per capire se ci sono spazi per iniziative comuni. Una mossa che il Carroccio ha effettuato dopo che è venuta fuori la possibilità del cosiddetto "modello Provincia", quello che ha portato alla vittoria di Luca Di Stefano come presidente il 18 dicembre 2022. In quell'operazione politica c'erano l'area del Pd di Francesco De Angelis, Azione e diversi "civici". Ma anche Gianluca Quadrini, adesso capogruppo provinciale di Forza Italia. E sono stati proprio i movimenti di Quadrini a confermare che si è entrati nella fase topica. D'altronde sia alle provinciali che negli enti intermedi Gianluca Quadrini è spesso protagonista.

Restano da capire alcuni punti: quali le indicazioni del senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone, quali le strategie di Forza Italia e quanti i sindaci "azzurri" in assemblea. Però la sensazione che qualcosa si sta muovendo è forte. Sempre ieri Fratelli d'Italia e Lega hanno analizzato la situazione. Da un lato c'è l'aspetto politico, vale a dire la possibilità di fare comunque una "battaglia" di centrodestra. Dall'altro ci sono le strategie territoriali dei partiti. Nel mezzo le possibili indicazioni di carattere nazionale e regionale. Stiamo comunque parlando di una materia importante come quella del trattamento dei rifiuti. Tema sul quale è la Regione ad avere le maggiori competenze. Ma la domanda è: se il centrodestra dovesse rendersi conto di non avere i numeri per vincere in assemblea, quali sarebbero le scelte a quel punto?

La situazione
Nella tarda serata di ieri dal quartier generale del Partito Democratico è filtrato un numero: 41. Riferito ai sindaci di area (e civici) pronti a votare compatti ai nastri di partenza. Se le cifre dovessero essere confermate, per raggiungere quota 47 (qualora però fossero presenti tutti i 92 soci) occorrerebbe poco. Sul versante della Lega però i numeri sono altri: il centrodestra è dato a 32, il centrosinistra a 29. Naturalmente in un momento del genere sia i "tamburi di guerra" che i "segnali di fumo" hanno un duplice obiettivo: da un lato motivare le "truppe", dall'altro provare a confondere l'avversario.

Il ruolo della Provincia
Luca Di Stefano osserva la situazione, ascolta tutti. Ma alla fine deciderà da solo. Come sempre. Sia Francesco De Angelis (Pd) che Mario Abbruzzese (Lega) hanno provato a sondare la situazione relativamente alle decisioni di quei sindaci civici che fanno parte del "modello Provincia". La sensazione è che Di Stefano giocherà un ruolo fondamentale, finalizzato però a fare l'ago della bilancia. E in una eventuale composizione a tre del consiglio di amministrazione, la Provincia potrebbe anche non esprimere membri in cda. Insomma, un profilo politico. Non amministrativo e nemmeno operativo.

Il ventaglio di opzioni
Sono diverse. "Si vis pacem, para bellum": in attesa di capire se possano esserci convergenze parallele, assi trasversali o grandi coalizioni, tutti si stanno preparando all'ipotesi della "conta". Da una parte il Pd (confidando nel "modello Provincia"), dall'altra il centrodestra. Per quanto riguarda la Lega, la posizione di Nicola Ottaviani è questa: se anche si dovesse arrivare ad una situazione da "tutti dentro", il Pd non potrebbe esprimere né il presidente né l'amministratore delegato. Questo perché il centrodestra, secondo Ottaviani, non può non provare a guidare la Saf e comunque a giocare una partita politica.

Dal versante Dem Francesco De Angelis è stato chiaro con i fedelissimi: abbiamo la maggioranza dei voti in assemblea, sono gli altri a doversi adeguare. In Fratelli d'Italia Massimo Ruspandini sta aspettando di capire se ci saranno indicazioni di carattere regionale o nazionale. Ma la sensazione è che potrebbe fare le sue mosse in ogni caso, guardando sia ai sindaci che ai rapporti di forza in assemblea.

In questi giorni FdI ha costantemente ricordato che stiamo parlando di enti intermedi. Inoltre un asse trasversale tra Fratelli d'Italia e Pd è stato delineato all'inizio di questa fase. Già definito pure il possibile assetto: Fabio De Angelis (FdI) presidente, Lucio Migliorelli (Pd) amministratore delegato. In queste ore c'è chi ipotizza il "modello Provincia" allargato a Fratelli d'Italia. Con un cda a 3: FdI, Pd, Forza Italia. Se invece si dovesse arrivare a un consiglio di amministrazione a 5 bisognerebbe aggiungere Lega e una posizione in quota alla Provincia. Sempre a proposito del Carroccio, è evidente che una ulteriore rottura del quadro del centrodestra in provincia riaccenderebbe la conflittualità tra Fratelli d'Italia e Lega.

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