Dalla politica estera alla tragedia di Crotone, all'inchiesta sulle misure adottate nella fase più acuta della pandemia. Questi i temi al centro del dibattito che ha visto protagonista il deputato della Lega e segretario della commissione Bilancio, Nicola Ottaviani, ospite ieri mattina di "Start", il programma condotto da Roberto Inciocchi su SkyTg24, insieme al deputato del Movimento Cinque Stelle Andrea Quartini.
Sul primo argomento, introdotto da un servizio sulla visita del premier Giorgia Meloni in India, Ottaviani ha sottolineato la valenza degli scambi con un Paese che rappresenta una potenza in crescita, e, dunque, l'importanza di intensificare i rapporti.
«Alla base di tutto c'è l'idea di un'Italia che finalmente va a recitare un ruolo da protagonista e non di mera comparsa, come è avvenuto in passato – ha detto Ottaviani – Il ragionamento di fondo muove dalla consapevolezza della potenza e soprattutto dalle potenzialità di un territorio come l'India, che conta una popolazione di 1,4 miliardi di abitanti, praticamente la stessa della Cina. In virtù di ciò è da considerarsi una potenza alla quale bisogna guardare con attenzione, soprattutto in sede di accordi bilaterali. Tutto questo, per il nostro Paese, può tradursi in cooperazioni di carattere commerciale con trattati importanti per le nostre imprese, specialmente per quelle a partecipazione pubblica, e in collaborazioni strategiche in altri ambiti».
«In più – ha aggiunto – proprio in virtù della sua forza, l'India può rappresentare un elemento fondamentale nello scacchiere diplomatico internazionale per risolvere alcune crisi come quella della tristemente nota vicenda dell'invasione dell'Ucraina. L'iniziativa del presidente Meloni, e del governo di centrodestra, è la certificazione di una stagione di protagonismo dell'Italia a livello internazionale, di un Paese che non è più al traino di altri e che, invece, vuole essere un interlocutore di peso sugli scenari mondiali».
Il dibattito si è poi spostato sulla tragica vicenda del naufragio di Crotone, in cui hanno perso la vita circa settanta persone, nel tentativo di raggiungere le coste italiane. Sull'argomento, introdotto da Inciocchi con un collegamento dal palazzetto dello sport dove si trovano le salme delle vittime, Ottaviani ha posto l'accento sulla differenza tra i flussi migratori regolari e l'immigrazione irregolare, da cui derivano tragedie come quella di Crotone. «Su questa vicenda – ha detto Ottaviani – ritengo che si imponga, innanzitutto, un momento di raccoglimento di fronte alla perdita di vita umane. Anche se fosse stata una sola vittima, sarebbe stata una tragedia, figuriamoci settanta esseri umani, vittime di mercanti e aguzzini del mare. Dopodiché è necessaria un'analisi seria e approfondita – ha aggiunto – È doveroso che la magistratura apra un fascicolo d'inchiesta e verifichi se nella filiera delle responsabilità ci siano stati omissioni o errori colposi o dolosi. Tuttavia – ha dichiarato – trovo francamente ingiustificabile che si vogliano addossare al governo delle colpe dirette su ciò che è successo».
E ancora: «Non è il governo che decide se intervenire alle 4 del mattino in una zona Sar, in emergenza, poiché sappiamo che l'assistenza in mare è sempre obbligatoria. Ci sono poi i regolamenti operativi che stabiliscono il da farsi». «Da quando il governo Meloni si è insediato, ci sono stati 40.000 sbarchi – ha sottolineato – Un dato che smentisce una certa narrazione che vuole l'Italia con il fucile spianato nei confronti dei migranti. È vero, invece, che Manfred Weber, il presidente del Partito popolare europeo, e non il governo italiano, ha auspicato, ad esempio, la realizzazione di hotspot in alcuni Paesi per monitorare i flussi migratori ed evitare che accadano tragedie come questa, proprio perché stiamo parlando di una problematica europea e non italiana».
Sull'inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione della prima ondata di Covid, infine, Ottaviani ha detto che non solo è giusto, ma è doveroso che la magistratura verifichi se tutto sia stato fatto secondo quanto previsto dalle norme e dai protocolli. «Ed è auspicabile – ha concluso – che non vi sia una deriva politica e mediatica che possa distorcere la serenità delle valutazioni».