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Lo scenario

Presidenza della Regione Lazio, Meloni: lunedì il candidato

Il presidente del consiglio e leader di Fratelli d'Italia detta strategie e tempi: «Agli alleati una terna di nomi. L'indicazione spetta a noi ma dovrà essere condivisa»

Il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio può attendere. Giorgia Meloni non ha sciolto il nodo nel corso dell'intervista di ieri alla festa del decennale di Fratelli d'Italia. Ha spiegato il presidente del consiglio e leader del partito: «Il candidato alla presidenza della Regione Lazio spetta a Fratelli d'Italia, ma il nome dovrà essere condiviso. Domani sottoporrò agli alleati una rosa di tre nomi ed entro lunedì ci sarà l'annuncio».

Resta da vedere chi farà parte delle terna di nomi che Giorgia Meloni sottoporrà all'attenzione di Lega e Forza Italia. E quali saranno le dinamiche che porteranno all'individuazione del candidato.

I nomi sul tavolo sono noti. C'è il deputato e presidente regionale del partito Paolo Trancassini, che si è detto pronto qualora dovesse essere chiamato. Così come il deputato Fabio Rampelli. Quindi l'europarlamentare Nicola Procaccini, ex sindaco di Terracina. Al posto del quale a Strasburgo, se eletto, subentrerebbe Fabrizio Ghera. Si parla anche dell'ipotesi Roberta Angelilli. E naturalmente Chiara Colosimo, neo deputata del partito. Ha scritto nei giorni scorsi il quotidiano La Repubblica: «La carta coperta è Chiara Colosimo, consigliera regionale, che però è stata appena eletta deputata all'uninominale di Latina. Se si candidasse, per il suo seggio alla Camera si dovrebbe ricorrere alle suppletive». Tutti questi nomi hanno un profilo politico. Se invece alla fine si dovesse optare per una connotazione civica, allora in pole position ci sarebbe Francesco Rocca, presidente nazionale della Croce Rossa.

Le prossime saranno ore complesse e non sarà semplice trovare una quadra, neppure per Giorgia Meloni. Fra l'altro l'importanza politica e strategica del Lazio è nota: al centrodestra la vittoria alle regionali manca dal 2010, con Renata Polverini. Nel 2013 e nel 2018 i due successi consecutivi di Nicola Zingaretti. Il centrodestra schierò, rispettivamente, Francesco Storace e Stefano Parisi.
Sul versante delle alleanze, anche nel Lazio bisognerà tener presente la posizione di Forza Italia. L'intervento di venerdì (all'hotel Ergife, a Roma) del senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone è stato indicativo. Ha detto Fazzone: «Perché il Lazio non ha mai potuto esprimere un presidente di Forza Italia? Me lo chiedono militanti e cittadini. Serve un'alternanza, o forse qualcuno ritiene che non c'è una classe dirigente all'altezza? Allora bisogna anche iniziare a far capire a chi molte volte, e non lo dico a chi sta a questo tavolo, prende decisioni senza consultare la classe dirigente dei territori. Non si fa così la politica. Perché quando i candidati devono essere espressi da FI dobbiamo dare le terne, come al lotto, e se invece sono di altri partiti dobbiamo attendere, senza nemmeno poter dire che magari preferiamo un politico e non magari nomi che si ritengono conosciuti e che non lo sono?». Mentre per la Lega non ci sono problemi.
Nel Lazio il centrodestra è intenzionato a interrompere un trend obiettivamente negativo, anche per la tempistica di scelte che sono arrivate spesso all'ultimo istante utile. Perché poi alla fine il candidato alla presidenza dovrà fare la campagna elettorale in un territorio molto vasto. Quindi c'è la questione delle liste. Ma ormai ci siamo: deciderà Giorgia Meloni.

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