Come sua abitudine non si nasconde. Non sul referendum, non su quella che sembra essere diventata la priorità politica del Pd: le elezioni comunali di Frosinone. Poco importa se mancano ventuno mesi a quell'appuntamento. Per Francesco De Angelis è stato giusto iniziare la volata da subito. Lo abbiamo intervistato.

Allora De Angelis, perché Sì ad un referendum che rischia di diminuire gli spazi di rappresentanza dei territori in un contesto nel quale il Pd è spaccato?
«Il mio è un Sì per il cambiamento e per favorire l'inizio di una grande stagione di riforme attese da oltre quarant'anni dal nostro Paese. Ha ragione il segretario Zingaretti: siamo favorevoli, peraltro storicamente, alla riduzione del numero dei parlamentari. Ma ciò non deve arrivare per le ragioni populiste e dell'antipolitica, ma per modernizzare e cambiare l'Italia in un quadro di riforme più ampio. Il tema del risparmio, come sappiamo, è ininfluente e il referendum dovrà rappresentare l'inizio di un percorso per giungere al superamento del bicameralismo perfetto e per approvare una nuova legge elettorale che tuteli la rappresentanza territoriale, il pluralismo e che restituisca il potere di scelta ai cittadini cancellando le liste bloccate. È la volta buona per dare il via a questo processo: nessun cedimento del Pd, ma al contrario una forte iniziativa che unisca il Partito nonostante qualche legittima scelta diversa che si farà nel voto di domenica e lunedì».

A livello provinciale è iniziata l'era Fantini. Quali sono le priorità politiche del Pd in questo momento?
«Con Luca si apre una nuova fase. Abbiamo messo in campo una nuova generazione per restituire entusiasmo e forza al Partito Democratico. Adesso tocca a loro guidare il Pd e noi siamo pronti a dare il nostro contributo. Tutto il partito è unito attorno al segretario e al suo gruppo dirigente. Abbiamo bisogno di stare più tra la gente e meno nei palazzi del potere.
I nostri circoli devono riscoprire la passione per la politica. Solo così sarà possibile allineare il voto politico a quello amministrativo. Non sarà un'operazione semplice, ma sono convinto che Luca ce la farà. La politica deve aprire le porte ai giovani perché sono loro che devono costruire il futuro del nostro Paese. In tanti, anche al di fuori del nostro partito, hanno sottolineato la valenza di questa operazione di cambiamento vero, con un congresso molto partecipato, con un confronto reale con la nostra comunità. Abbiamo dato il via ad una nuova stagione e io credo che i risultati ci daranno ragione».

State puntando molto sulle elezioni comunali di Frosinone, che però sono in programma tra ventuno mesi. A quale modello di coalizione guardate?
«Abbiamo le idee molto chiare. È vero che mancano molti mesi ancora, ma si tratta del capoluogo e sono soddisfatto per questa partenza verso la sfida che ci vede uniti con un unico obiettivo. Stiamo costruendo un'alleanza larga che si apra alle forze migliori della città. Scommetteremo molto sulle energie nuove del civismo. Si sta delineando un quadro chiaro: a Frosinone possiamo vincere e tornare al governo della città. La prossima volta Nicola Ottaviani non sarà della partita e davanti a noi ci sono grandi spazi per aprire contraddizioni anche dentro l'attuale maggioranza di governo e costruire una coalizione la più larga possibile che si unisca dietro un programma di rilancio complessivo del capoluogo. Il candidato non saremo noi a deciderlo, ma lo sceglierà la nuova alleanza.
È prematuro in questo momento fare nomi. Abbiamo tante soluzioni e anche quella di Mauro Vicano è un'ottima scelta. Ma, ripeto, non tocca a noi decidere.
Una cosa è certa: questa volta siamo uniti e pronti a vincere».

Lei guida il Consorzio industriale di Frosinone (ed è destinato a presiedere quello regionale unico) e stiamo attraversando un momento difficile, complicato e unico. Quali interventi effettuare, e con quali prospettive, per superare l'emergenza Covid?
«Il risultato di questi mesi è stato straordinario grazie anche al lavoro del consiglio di amministrazione. Nei prossimi tre anni metteremo in campo oltre 20 milioni di euro per l'ammodernamento della nostra area industriale. Parlo di opere da realizzare e non di progetti. La prima opera, che sta per essere ultimata in questi giorni, è il rifacimento della rete viaria nell'area industriale di Anagni. Ne seguiranno altre quattro, di cui due a Frosinone, una a Ceccano ed una ad Arpino.
Saranno, nei prossimi due anni, diciotto opere totali: un intervento così massiccio non si vedeva dai tempi della cassa del mezzogiorno. Fatti e non chiacchiere. Tutto questo dentro un percorso che ci porterà entro la fine dell'anno alla costituzione del Consorzio regionale per rendere più forte e più attrattivo il nostro territorio. Ci attende una nuova mission per essere più vicini e più a sostegno del mondo delle imprese attraverso una riforma per gli incentivi alle aziende, per l'internazionalizzazione, per l'attrazione di investimenti, per la digitalizzazione e per la gestione dei fondi strutturali a sostegno dell'industria e della green economy».

Lei ha parlato prima della nuova legge elettorale, che sarà fondamentale anche per stabilire equilibri, rapporti di forza e peso politico dei territori. Come si presenterà il Pd a questi appuntamenti?
«Ci si presenta uniti, per essere più forti e radicati sul territorio. Il Partito democratico in questa fase ha avuto il grande merito di spostare il baricentro del governo verso l'Europa e oggi abbiamo la responsabilità di gestire al meglio circa 300 miliardi che da Bruxelles arrivano per riformare il Paese e uscire dalla grave crisi causata dalla pandemia. Ora quella è la priorità, poi vedremo la legge elettorale che come detto prima rientra in un quadro ampio di riforme per il cambiamento dell'Italia. Ci sarà tempo, ma sono convinto che valorizzeremo tutte le forze e le energie migliori del nostro partito. Una grande squadra, forte e soprattutto unita. Non mi stancherò mai di ripete che il nostro avversario è la destra e noi siamo la unica vera alternativa».