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Cassino

Bimbo con rara malattia senza assistenza. «Stanno giocando con la vita di mio figlio»

Il bambino, quattro anni e mezzo, è affetto da una rara malattia genetica che lo costringe a terapie continuative, ma da settimane non riceve più la fisioterapia respiratoria e la riabilitazione motoria

Bimbo con rara malattia senza assistenza: «Stanno giocando con la vita di mio figlio»

«Stanno giocando con la vita di mio figlio»: il grido d’allarme di una madre rimasta senza assistenza per il bambino affetto da una rara malattia genetica.

Da settimane una famiglia vive nell’incertezza e nella paura. Il loro bambino, quattro anni e mezzo, è affetto da una rara malattia genetica e da una grave patologia muscolare che lo costringe alla ventilazione ad alta intensità. Per lui il Piano Assistenziale Individualizzato (Pai) non è un semplice documento sanitario: è un salvavita.

Il Pai prevede 12 ore di assistenza infermieristica giornaliera, cinque ore di fisioterapia respiratoria, cinque ore di riabilitazione motoria, tre ore di terapia Tnpee e due ore di logopedia. Ogni intervento ha un ruolo preciso: mantenere attivi i muscoli, aiutarlo a muovere una mano, sostenere la testa, evitare il peggioramento. Ma soprattutto, la fisioterapia respiratoria è fondamentale per drenare i muchi dai polmoni: senza di essa, il rischio di infezioni e complicazioni è altissimo.
Tutto, però, si è inceppato il 7 novembre, quando il nuovo sistema di assistenza — suddiviso tra tre cooperative sociali — avrebbe dovuto garantire la continuità delle cure. L’avvio, previsto per il 1° dicembre, è saltato: due delle tre cooperative si sono ritirate all’ultimo momento, dichiarando di non avere personale sufficiente. La terza, la vecchia cooperativa, si è ritrovata da sola a reggere un carico insostenibile, tra disorganizzazione, ritardi e presenza a singhiozzo.

Il risultato è drammatico: il bambino non riceve più la fisioterapia respiratoria e la riabilitazione motoria, mentre l’assistenza infermieristica è diventata sporadica. “Non sappiamo neppure quando vengono”, raccontano i genitori, costretti quasi ogni giorno a chiamare la polizia per far constatare l’assenza del personale previsto.
Le conseguenze non hanno tardato a manifestarsi. «Stanno giocando con la vita di mio figlio», denuncia la madre. «È già peggiorato, non sta più come prima. La terapia respiratoria è un salvavita: senza, i suoi polmoni si stanno riempiendo di secrezioni». Un'accusa durissima, ma sostenuta da fatti documentati: la mancanza di assistenza mette a rischio la salute di un bambino fragile, che necessita continuità, tempestività e competenza.
E la polizia viene chiamata con costanza, anche l'8 dicembre scorso, l'informativa sarebbe già in procura.

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