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L'iniziativa

Gestione dell'acqua, l'idea dell'Ato unico

Una proposta di legge regionale con 25 articoli per rivoluzionare il settore. Primo firmatario Mitrano che punta a un sistema più efficiente e omogeneo

Gestione dell'acqua, l'idea dell'Ato unico

Un’assemblea dei sindaci del servizio idrico integrato

Un gestore unico del servizio idrico. È la proposta di legge regionale che, lo scorso maggio, è stata presentata da Forza Italia con primo firmatario Cosmo Mitrano. Che l’ha definita «una rivoluzione copernicana per la gestione del bene più prezioso per le nostre comunità: l’acqua». Si punta a modificare un settore delicato quale quello della gestione del servizio idrico integrato nel Lazio. La legge punta in sostanza a creare un solo ente d’ambito regionale, in luogo dei cinque attuali, così come previsto dall’attuale normativa del 1996.

L’obiettivo, messo nero su bianco in uno degli articoli, è costituire gli organi dell’Autorità idrica entro il 31 dicembre 2025. Nella premessa della proposta si legge che «la logica locale e l’assenza di una regia nazionale mal si conciliano con la crescente necessità di investire in opere che interessano più Ato, anche per fronteggiare le sfide indotte dalla crisi climatica e la necessità di gestione ottimale della risorsa idrica».

La proposta è stata incardinata alla commissione Lavori pubblici. «La proposta prevede la creazione di un ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica e autonomia amministrativa, contabile e tecnica, capace di superare l’attuale frammentazione nella gestione del servizio idrico - aveva spiegato all’epoca Mitrano - Il cuore della riforma è la costituzione di un Ato unico regionale, che consentirebbe una pianificazione integrata delle risorse idriche, riducendo sprechi, inefficienze e disomogeneità territoriali. La governance unica e unita è l’unica strada percorribile per garantire una gestione efficiente, economica e di qualità. Serve una regia chiara per ridurre le perdite idriche, migliorare l’accesso ai fondi del Pnrr e ottimizzare l’uso e il riuso delle acque, compresa la depurazione».

La proposta è composta da 25 articoli con lo scopo di arrivare a una riforma inclusiva e condivisa, aperta al contributo di tutte le forze politiche, dei tecnici e degli stakeholder coinvolti. Oltre all’efficienza dei servizi, la riforma mira anche alla sostenibilità economica. «I costi del servizio devono essere coperti integralmente dalle tariffe - aggiunge Mitrano - ma con un sistema che premi l’efficienza e l’innovazione, evitando rincari ingiustificati».
C’è la volontà di imprimere una svolta netta alla gestione idrica del Lazio. L’ambizione è alta: trasformare il sistema idrico regionale in un modello di efficienza, modernità e sostenibilità.

L’idea aveva ricevuto il plauso del presidente della Provincia di Frosinone Luca Di Stefano che aveva commentato: «L’Ato unico rappresenta un passo deciso verso una pianificazione più efficiente, una distribuzione più equa delle risorse e una qualità del servizio che sia finalmente omogenea su tutto il territorio regionale. Questa proposta significa anche garantire ai cittadini di piccoli comuni gli stessi standard di servizio dei grandi centri. Non possiamo più permetterci territori di serie A e di serie B. L’acqua è un diritto e va gestita con responsabilità e visione unitaria».
A luglio c’era stata un’audizione dedicata alla proposta dell’Ato unico alla quale avevano partecipato i presidenti delle Province del Lazio e i gestori del servizio idrico nei vari ambiti territoriali.

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