Cassino
04.10.2025 - 18:46
Lastratura, verniciatura e montaggio resteranno chiusi da lunedì a venerdì 10 ottobre
Marsella (Fim Cisl): «Siamo arrivati a quasi cento giorni di fermo produttivo, un ulteriore record negativo».
Un nuovo fermo produttivo colpisce lo stabilimento Stellantis di Cassino, dove i cancelli dei reparti di lastratura, verniciatura e montaggio resteranno chiusi da lunedì 6 a venerdì 10 ottobre. La ripresa delle attività è prevista per lunedì 13 a causa della carenza di ordini relativi ai tre modelli attualmente in produzione presso il sito cassinate.
Si tratta di una nuova doccia fredda per i lavoratori dello stabilimento, che si vedono costretti a fare i conti con un futuro sempre più incerto. Una situazione che non risparmia neppure il vasto indotto locale, il cui destino è indissolubilmente legato a quello della casa madre. Le imprese dell’indotto, infatti, subiscono in modo diretto gli effetti di queste sospensioni, spesso costrette a rallentare o addirittura fermare la propria attività in assenza di commesse.
Il nuovo stop si aggiunge al già pesante fermo registrato tra il 26 settembre e il 3 ottobre, delineando un quadro preoccupante sul piano occupazionale e produttivo. La mancanza di continuità nel lavoro mette in difficoltà centinaia di famiglie e alimenta timori sul futuro dello stabilimento, una volta considerato uno dei fiori all’occhiello della produzione automobilistica italiana.
L’auspicio è che la multinazionale avvii al più presto strategie industriali concrete e sostenibili, capaci di ridare centralità e stabilità a uno stabilimento che rappresenta un punto nevralgico per l’economia del territorio.
«Si tratta dell’ennesimo stop che si aggiunge a una lunga serie di interruzioni produttive - spiega Gennaro D’Avino, segretario provinciale Uilm - con pesanti ricadute sul reddito dei lavoratori e con crescente incertezza sul futuro dello stabilimento.
Questa situazione, ormai non più episodica, dimostra l’assenza di una strategia industriale chiara e alimenta la preoccupazione tra i dipendenti e le loro famiglie.
Riteniamo inaccettabile che la gestione delle fermate continui a ricadere esclusivamente sulle spalle dei lavoratori. Per questo il 20 ottobre è fondamentale l’incontro con l’Amministratore Delegato Filosa, al fine di affrontare direttamente i nodi strategici che stanno minando il futuro del sito e di definire soluzioni condivise a tutela dei lavoratori». Anche Mirko Marsella, segretario provinciale Fim Cisl è chiaro: «Siamo davanti a una situazione più che complicata, siamo arrivati a quasi cento giorni di fermo produttivo, un ulteriore record negativo per lo stabilimento, un altro ulteriore record negativo sarà quello delle produzioni. Una situazione disastrosa, catastrofica, mai vista prima per la fabbrica, per l’indotto e per il tessuto economico del cassinate. Lo abbiamo già detto da tempo che siamo arrivati a una situazione difficile e il tempo stringe, ci aspettiamo che l’ad sullo stabilimento di Piedimonte San Germano indichi le intenzioni di Stellantis e quale sarà il futuro. Bisogna reagire, è fondamentale che tutti facciano la propria parte, Stellantis ma anche la politica».
Critico anche Andrea Di Traglia, segretario Frosinone-Latina Fiom Cgil: «È del tutto evidente che Stellantis scarica completamente i costi su lavoratrici e lavoratori e ammortizzi le sue fermate attraverso la cassa integrazione. In un contesto del genere oggi più che mai è fondamentale che Filosa dia risposte importanti sugli stabilimenti e in particolare su Cassino che ad oggi sembra essere l’unico che nemmeno sulla carta ha una missione produttiva». Poi parla dell’impegno regionale: «In base alla legge 46 e agli aiuti alle imprese credo che non garantisca, con finanziamenti a pioggia, l’indotto ma soprattutto non vincola alla tenuta del settore tutto. Ed è per questo che come Fiom abbiamo chiesto in quella sede (facendo seguito ad una raccolta firme tra i lavoratori promossa in precedenza) che oggi più che mai è importante, non solo l’assistenzialismo per le aziende, ma l’integrazione al reddito che ribadiamo essere una misura necessaria per i lavoratori di Sellantis e dell’indotto sui quali si sta scaricando il costo della crisi e di una transizione ecologica e tecnologica che non prende davvero il via. Per questo è fondamentale che Filosa dia risposte per l’industria metalmeccanica del basso Lazio affinché le lavoratrici e i lavoratori abbiano risposte, una missione produttiva, dignità e futuro».
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