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La questione

Zes, pressing dei sindaci del Cassinate: la risposta del presidente Meloni

La premier esclude la possibilità di includere le province di Frosinone e Latina nella Zes Unica, ma apre alla possibilità di misure alternative

enzo salera

Il sindaco di Cassino Enzo Salera

Avevano scritto con toni accorati e contenuti puntuali, i sindaci del Cassinate, riuniti in Consulta, per chiedere al Governo un intervento concreto a sostegno di un territorio messo in ginocchio dalla crisi dell’automotive e dalla prolungata stagnazione industriale. Al centro della richiesta, l’inserimento del Basso Lazio — in particolare delle province di Frosinone e Latina — nella Zona Economica Speciale (Zes), vista come strumento strategico per attrarre investimenti e rilanciare l’occupazione.

Dopo una discreta attesa, ieri è giunta la risposta ufficiale della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, indirizzata direttamente alla Consulta. Una risposta che, pur riconoscendo la centralità del tema, esclude al momento la possibilità di includere le due province nella Zes Unica, per motivazioni di natura tecnica e normativa.

"Il tema dello sviluppo del territorio è un punto centrale nell’azione di questo Governo - scrive Meloni - fortemente impegnato ad assicurare e rafforzare la competitività dell’intera Nazione, con particolare riferimento a quelle aree che presentano ritardi di sviluppo».

Tuttavia, la premier precisa che le Zes sono per ora limitate alle Regioni meno sviluppate o in transizione, e che il Lazio non rientra tra queste. Di conseguenza, Frosinone e Latina, almeno in questa fase, restano escluse dal perimetro normativo della Zes unica.

Nonostante il vincolo, il Governo non chiude del tutto la porta. Anzi, lascia intendere l’intenzione di intervenire con misure alternative, soprattutto attraverso la leva della semplificazione amministrativa e procedurale, pensata per rendere più attrattive le aree di crisi industriale, come quelle del Basso Lazio.

«Stiamo lavorando - prosegue la presidente del Consiglio - per individuare soluzioni di semplificazione degli oneri amministrativi e delle procedure per le imprese che intendano insediarsi in aree di crisi industriale. Una volta condivisa con la Commissione europea, questa impostazione potrà essere recepita nella disciplina specifica della riconversione delle aree di crisi complessa».

Infine, Meloni preannuncia che ulteriori proposte del Governo verranno comunicate nei prossimi mesi, evidenziando come il vero rilancio del tessuto industriale passi anche per un rifinanziamento mirato degli incentivi per la riconversione delle aree colpite dalla deindustrializzazione.

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