Le indagini e le reazioni
19.09.2025 - 13:00
Paolo Mendico
Da tre giorni gli studenti del Pacinotti vanno a scuola accompagnati da familiari, quasi nessuno utilizza più il servizio di trasporto pubblico. Per paura, per evitare i cameramen, perché sono traumatizzati dal suicidio di Paolo Mendico e dalla consapevolezza che a portarlo a quella tragica scelta possa essere stato un coetaneo, o più di uno. Il clima nell’ultimo istituto della Provincia di Latina (in senso geografico) non è affatto buono anche se l’ispezione della Direzione scolastica regionale è terminata. Ieri infatti sono stati sentiti i docenti e i dirigenti della scuole medie frequentate da Paolo e proprio a quel periodo risalgono i fatti denunciati dai genitori (originari di Cassino), in un caso con esposto scritto depositato presso i carabinieri che, all’epoca, ascoltarono la dirigente dell’Istituto.
Fatti accaduti cinque anni fa, sui quali la Procura di Cassino ha esteso le verifiche, tuttavia è ancora sull’attualità delle vessazioni che si concentra l’attenzione. I carabinieri di Formia in questi giorni hanno ascoltato tutta la famiglia di Paolo, il primo ad essere sentito è stato Ivan, il fratello maggiore che da subito ha sollevato il caso con una lettera aperta al ministro dell’istruzione; a seguire sono stati sentiti i genitori e le due sorelle, domani dovrebbe essere la volta dell’altro fratello. Secondo quanto emerso finora il padre del quindicenne, Giuseppe, avrebbe più volte chiesto ai docenti dei vari istituti di tutelare il figlio dalle continue aggressioni verbali, ma senza risultati.
È un elemento che sia Giuseppe che la moglie Simonetta hanno sottolineato più volte in questi giorni. Le richieste di aiuto sarebbero dunque state ignorate o sottovalutate, declinate a una «normale» dialettica tra adolescenti. Ed è questa la base di partenza per capire se via sia un nesso causale tra il suicidio e il comportamento dei compagni di classe, i quali però adesso si sentono tutti sotto accusa. Per cercare di attenuare il clima difficile che si è creato al Pacinotti ieri mattina la preside Gina Antonetti era nell’atrio dell’istituto ad accogliere studenti e genitori. Intanto la comunità locale e la parrocchia di Santi Cosma e Damiano ha organizzato per domani sera una fiaccolata di solidarietà in memoria di Paolo, alla quale parteciperà anche il vescovo di Gaeta, monsignor Luigi Vari ed è il primo appuntamento pubblico dopo il funerale. Nei prossimi giorni dovrebbero essere disponibili anche i primi risultati delle perizie del Racis dei carabinieri sui dispositivi elettronici utilizzati da Paolo e potrebbero contenere le prime vere prove del bullismo subito.
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