Cassino
15.09.2025 - 12:26
L’interno dello stabilimento Stellantis
Uno stabilimento Stellantis ancora privo di risposte concrete da parte dell’amministratore delegato Filosa e un indotto ormai al collasso, sempre più anello debole della filiera industriale. La mancanza di certezze sul futuro produttivo dello stabilimento di Piedimonte San Germano aggrava una crisi che da anni si ripercuote su lavoratori, aziende fornitrici e sull’intero tessuto economico locale. E anche oggi le linee del montaggio sono ferme.
La settimana scorsa si è svolto in Regione Lazio il primo confronto nell’ambito della legge 46 sull’indotto, strumento ritenuto fondamentale per accompagnare la transizione industriale. Il prossimo appuntamento è fissato per il 17, con l’obiettivo di mettere finalmente a regime risposte strutturali per una componentistica sempre più in sofferenza.
«Si tratta di uno scenario gravissimo - spiega Gennaro D’Avino, segretario provinciale della Uilm - che evidenzia problemi di mercato e di domanda di “stabilità” dei modelli presenti e di gestione delle commesse, con serie ripercussioni non solo sullo stabilimento stesso ma sull’intero tessuto industriale dell’indotto e sull’economia locale.
La causa principale dei fermi produttivi è il calo degli ordini per i modelli Alfa Romeo Giulia e Stelvio e Maserati Grecale.
L’indotto è già in difficoltà: fornitori di primo livello e subfornitori stanno avanzando richieste di accesso a contratti di solidarietà; alcuni stanno subendo cali o sospensioni consistenti.
Serve chiarezza da parte di Stellantis, serve adesso un cronoprogramma preciso per il lancio dei nuovi modelli (Stelvio, Giulia e altri) e le relative motorizzazioni.
Serve ora che l’amministratore delegato Antonio Filosa incontri il sindacato e ci dica tutto su Cassino.
La Regione Lazio, con l’assessore allo Sviluppo Economico Roberta Angelilli e il Commissario straordinario del Consorzio Industriale del Lazio Raffaele Trequattrini, ha già promosso un tavolo sull’automotive, cui partecipano sindacati, associazioni datoriali.
Il 17 settembre sarà riconvocato questo tavolo operativo, con l’obiettivo di definire le linee del programma operativo regionale in materia di sviluppo, occupazione e rilancio dell’indotto di Stellantis.
Chiediamo che l’incontro del 17 settembre sia un momento decisivo: che da esso escano impegni vincolanti e verificabili. I lavoratori non possono restare esposti a decisioni rimandate. Serve un piano che dia certezze sul lavoro, che sostenga le imprese locali, e che non faccia ricadere sull’indotto i costi di una crisi non originata da loro. La Regione, il Governo e Stellantis devono assumersi le proprie responsabilità, il futuro produttivo di Cassino non può essere sacrificato.
Tutti dalla stessa parte ma ognuno con la responsabilità di difendere l’automotive in provincia di Frosinone e la salvaguardia dell’occupazione tutta .
Ora più che mai serve un sindacato determinato, presente sul territorio e serve sinergia con le istituzioni e con le esigenze dei lavoratori. E la Uilm Frosinone come sempre c’è e ci sarà, pronta a fare la propria parte e a portare avanti le proprie responsabilità convinti che questo territorio non solo va difeso ma va sostenuto per essere pronti a ripartire».
Notizie aggiornate sulla mission produttiva della fabbrica laziale, soprattutto sull’ibrido, e la necessità di attrarre nuovi investimenti nelle parole di Mirko Marsella, segretario provinciale Fim Cisl: «Ormai i fermi produttivi sono una costante nello stabilimento di Piedimonte San Germano, e questo non sarà l’ultimo. È una certezza che da qui a dicembre ci saranno ulteriori fermate con ammortizzatori sociali. Chiaramente, questo ha un impatto negativo sui lavoratori per quanto riguarda la decurtazione delle buste paga e sull’indotto, che è già da tempo in ginocchio, con conseguenze direi quasi catastrofiche sull’economia del territorio.
Questo è il quadro complicato che viviamo da anni. Credo che per provare a ripartire sia fondamentale capire quando l’amministratore delegato Filosa comunicherà quali saranno i nuovi modelli per lo stabilimento di Piedimonte e, soprattutto, quando inizieremo a produrre motorizzazioni ibride. Solo con l’elettrico, visto l’andamento del mercato, non si va da nessuna parte.
Inoltre, oltre al piano industriale e alla difesa della fabbrica, bisogna necessariamente ragionare su nuove opportunità alternative al settore automotive. Nell’incontro in Regione Lazio di venerdì scorso si è parlato della necessità di attrarre nuovi investimenti. Solo con questi due fattori - la ripartenza dello stabilimento e l’arrivo di nuove aziende sul territorio - si può sperare in una ripresa. Ma bisogna fare in fretta, perché la situazione sta diventando drammatica sotto tutti i punti di vista».
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