Sora
24.07.2025 - 08:00
Telecamere Rai ieri mattina in via Buozzi per il degrado al Serapide
Telecamere Rai su via Buozzi. L’attenzione della discarica del Serapide su scala regionale. Dopo la lamentela sollevata dai residenti si continua a chiedere una soluzione. Ieri mattina tra i cittadini presente anche il presidente dell’associazione Fare Verde, Marco Belli che ha dato il via ad una raccolta firme. Una lettera che verrà indirizzata al prefetto di Frosinone per informarlo della situazione. Topi, serpenti ed ora anche un’ondata di zanzare sta creando serie difficoltà a chi vive nei pressi dell’ex Tomassi. Le persone sono esasperate e vogliono essere ascoltate perché le loro condizioni non sono più rispettose.
“Noi cittadini di Sora siamo costretti a convivere con una struttura abbandonata che tutti chiamiamo Serapide. I residenti del quartiere, che gravita attorno al perimetro del Serapide, si sentono cittadini di serie B perché costretti a vivere in una discarica a cielo aperto. Topi, serpenti e zanzare abitano le strade. Grande è l'esasperazione perché le famiglie sono costrette a tenere le finestre chiuse anche per il cattivo odore che i rifiuti generano. Ci sono centinaia di buste della spazzatura, ristagni d'acqua, materiale edile ed elettronico e non mancano tra una fitta vegetazione cresciuta spontaneamente, rifiuti ingombranti - le parole delle famiglie - L’appello è alle massime autorità del territorio.
Si chiede una bonifica, una disinfestazione, una derattizzazione e l’istallazione, sul suolo pubblico, di telecamere per sanzionare chi transita lungo il Serapide, in special modo su via Buozzi, e abbandona rifiuti di ogni genere. Il Serapide è un luogo di degrado e di morte, purtroppo tre i giovani che hanno perso la vita. Basta con i silenzi, è l’ora di garantire decoro e non voltare più le spalle alla salute dei cittadini. La problematica igienico-sanitaria è oggettiva ed il tempo passa”. Un vero dolore che l’ex Tomassi riconsegna specie alle famiglie che hanno perso un proprio caro all’interno del mostro di cemento. Il papà di Andrea Polsinelli, Pio, da sempre si batte per vedere nuova luce per quel posto dove il figlio trovò la morte. Desidera una rinascita di un luogo buio e di degrado urbano.
In queste ore i cittadini hanno dato il via alla raccolta firme proprio per interessare il prefetto di Frosinone del loro stato, perché si sentono inascoltati. Hanno creduto ad una rigenerazione urbana presentata anni fa, ma mai vista con i loro occhi. Hanno creduto di vedere bonificata l’area davanti le loro finestre, ma non è mai accaduto. Si sono detti stanchi e vogliono risposte concrete.
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