Spazio satira
Cronaca
05.06.2025 - 11:00
Il tribunale di Frosinone
L’inchiesta sulle false fatturazioni legate al mondo dei rally e non solo fa un salto di qualità. Il gip del tribunale di Frosinone Ida Logoluso ha accolto la richiesta della procura e disposto il giudizio immediato per i due principali imputati. Per Luca Santoro, 35 anni, di Ceccano e Mario Mattone, 42, di Monte San Giovanni Campano, entrambi ai domiciliari, l’udienza è per il 12 settembre.
I due, difesi dagli avvocati Rino Liburdi e Nicola Ottaviani hanno optato per scelte differenti: il primo ha chiesto il rito abbreviato (da valutare se condizionarlo a delle dichiarazioni) mentre l’altro proseguirà in ordinario.
Sono tre i filoni dell’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Samuel Amari, e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme gialle di Frosinone, guidato dal tenente colonnello Diego Morelli, con circa duecento indagati. Per uno di questi, la scelta della procura è stata di accelerare i tempi, evitare l’udienza preliminare e procedere così direttamente con il processo. E si tratta di quello che riguarda Santoro e Mattone. L’accusa, contestata anche ad altre 25 persone per le quali si procederà a parte, è di aver costituito, organizzato e promosso un’associazione a delinquere con ramificazioni anche in Svizzera, Spagna e Bulgaria con la finalità di compiere una serie di reati di natura fiscale (in modo particolare emissione e uso di fatture per operazioni inesistenti), reati contro il patrimonio, riciclaggio e autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori. La procura ha anche individuato sei società, riconducibili all’associazione, oggetto di intestazione fittizia delle quote o delle cariche.
Nello specifico, la procura contesta a Santoro il ruolo di promotore, capo e organizzatore nonché di dominus occulto di più società: avrebbe concordato la causale delle fatture messe, importo e modalità di pagamenti, nonchè mantenuto i contatti con gli amministratori formali delle società e i collettori del denaro che poi veniva raccolto e restituito ai rappresentanti delle società che, originariamente, avevano effettuato i bonifici o agli intermediari. Si sarebbe occupato anche di arruolare nel gruppo nuovi imprenditori.
Quanto a Mattone, per chi indaga, rappresenta l’organizzatore e promotore del sodalizio, mantenendo la gestione di varie società, così facendo avrebbe impartito le direttive su modalità, contenuto e importi delle fatture, scegliendo le persone deputate al prelevamento del contante (in banche uffici postali tra le province di Frosinone, Latina e Roma) e alla riconsegna, dietro un compenso per il servizio tra il 7,5% e il 10%. Ai due, viene contestata l’emissione, attraverso due società, di fatture per operazioni inesistenti per un ammontare di 3,3 milioni di euro negli anni dal 2019 al 2021. Nonché di aver distrutto o occultato le scritture contabili e violazioni tributarie. I due, inoltre, in concorso con un commercialista e il legale rappresentante di una società sono accusati di fatture per operazioni inesistenti per 6,1 milioni di euro tra il 2018 e il 2020. Contestata con i relativi rappresentanti legali l’emissione di altre fatture, con varie società, per operazioni inesistenti, per quasi 11 milioni di euro tra il 2017 e il 2020, più i reati di riciclaggio.
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