Cerca

Frosinone

Caso Emanuela Orlandi, un indagato in Ciociaria

Perquisizione a casa di un cinquantenne che deve rispondere di favoreggiamento. Il noto blogger è finito sotto accusa per due post su un gruppo social. Sequestrato il computer

Emanuela Orlandi

Nei giorni scorsi gli investigatori hanno raggiunto l’abitazione di un cinquantenne, residente nel capoluogo ciociaro, e hanno effettuato una perquisizione, sequestrando un computer portatile. Lui, M.B., un noto blogger, è indagato per favoreggiamento dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma, direzione distrettuale antimafia. Stando alle accuse, attraverso la pubblicazione di due post sul gruppo social “Vogliamo la verità su Emanuela Orlandi” avrebbe riportato notizie ricevute da una fonte di cui ha citato le iniziali, circa un evento che avrebbe visto coinvolta la cittadina vaticana di 15 anni, scomparsa il 22 giugno 1983 a Roma, mentre rientrava a casa dopo le lezioni di musica. L’autorità giudiziaria ha disposto la perquisizione personale e domiciliare a carico del cinquantenne, per cercare eventuali elementi utili alle indagini riaperte due anni fa: ovvero documentazione sulla creazione o profili attinenti con la vicenda di Emanuela Orlandi e alla pubblicazione o diffusione di notizie riguardanti il caso. Il cinquantenne, attraverso il suo avvocato Luigi Tozzi, rivendica l’estraneità dei fatti su eventuali collegamenti con il caso di Emanuela Orlandi e di aver esercitato la libertà di espressione su fatti di cronaca. Sta di fatto che il noto blogger è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma, direzione distrettuale antimafia.

Il caso di Emanuela Orlandi è stato nuovamente aperto nel 2023 sia dai magistrati vaticani, sia dalla Procura di Roma, sia da una Commissione parlamentare bicamerale, risultando così oggetto di tre inchieste contemporaneamente. La vicenda era stata oggetto già di due inchieste giudiziarie, la prima tra il 1983 e il 1997, la seconda tra il 2008 e il 2015, entrambe archiviate senza trovare soluzione. Da circa due anni la riapertura delle indagini. Gli inquirenti stanno scandagliando di nuovo tutti i fascicoli, i documenti, le segnalazioni. Un lavoro a 360 gradi per provare a mettere definitivamente la parola fine al giallo di ormai oltre quarant’anni fa. A chiedere a gran voce la riapertura delle indagini, soprattutto negli ultimi anni, sono stati sia i familiari sia il loro legale, anche sulla base di una testimonianza del fratello di Emanuela, Pietro, secondo il quale una cartellina gialla con su scritto “Rapporto Emanuela Orlandi” era stata vista dal cosiddetto “Corvo” negli uffici del Palazzo Apostolico.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione