L'intervento
21.04.2025 - 16:24
Monsignor Vincenzo Paglia è originario di Boville Ernica
Tra le voci più autorevoli che, in queste ore, hanno parlato della morte di papa Francesco, c'è quella di monsignor Vincenzo Paglia, nato a Boville Ernica, nel cuore della diocesi di Frosinone, il 21 aprile di 80 anni fa, arcivescovo e, tra i vari incarichi, membro del Dicastero per l'Evangelizzazione, Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, membro del Dicastero delle Cause dei Santi.
Intervistato da Cesara Buonamici, nell’edizione straordinaria del TG5 di oggi, ha detto: «Papa Francesco, con il passare degli anni del suo pontificato, si è mostrato come il padre di tutti i popoli, nessuno escluso, soprattutto dei più deboli. In questo senso, in un mondo che va in pezzi, sapere che c’è un uomo che vuole bene a tutti, un sentimento tanto semplice quanto grande, rappresenta una dimensione di benedizione. Per questo tutti lo hanno amato, piccoli e grandi, cattolici e non cattolici, aderenti ad altre confessioni religiose e perfino gli atei. A suffragare ciò cito questo episodio: qualche tempo fa, in Bahrein, mi trovai in un’assemblea di imam musulmani che pregavano per la sua salute, perché tutti avevano percepito la profondità della sua riflessione e della sua preoccupazione per il destino di tutti in questo mondo. Il suo era una messaggio universale ed è questa la grande eredità che ci lascia».
Tuttavia, c'è stato anche qualcuno che non è stato dalla parte del pontefice in questi anni. Aveva anche lui dei "nemici": «Papa Francesco era cosciente di tutto ciò - ha proseguito monsignor Paglia - Nonostante questo non ha mai escluso alcuno dalle sue riflessioni e dalle sue preghiere. Riceveva tutti e aveva una parola per tutti. La sua grandezza era anche in questo. E’ stato un uomo che ha cercato di vivere il Vangelo così come era scritto. Ha interpretato l’amore di Dio nel senso più pieno, quell’amore che non fa distinzioni. Nessuno si salva da solo, nessuno può dire prima Io, anzi prima tutti”.
Bergoglio è stato un grande pontefice, ma anche una persona di grande umanità: «Era di una grande cordialità e aveva un grande senso dell’umorismo. Aveva la straordinaria capacità e facilità di dialogare con tutti e di entrare in empatia con tutti».
La sua morte ha lasciato tutti attoniti, anche alle luce del suo impegno degli ultimi giorni, che non ha conosciuto soste: «Sono rimasto profondamente colpito dalla sua forza e dal desiderio di portare avanti il suo pontificato nonostante le precarie condizioni di salute. La visita e Regina Coeli e il giro della piazza di ieri per testimoniare la sua vicinanza ai fedeli sono due esempi lampanti” ha concluso monsignor Paglia.
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