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Il punto

Sanità, per la svolta serve un manager di questo territorio

Mizzoni e Palmieri in pole per il ruolo di direttore generale della Asl. L’urlo della politica locale: per cambiare la narrazione si punti sui ciociari

Mai come in questo momento, per cambiare la narrazione sul tema della sanità, occorrerebbero sia una spinta dal basso che una capillare penetrazione nel territorio. Fin troppo evidente che la nomina di un direttore generale della provincia di Frosinone, come più volte sostenuto in passato su queste colonne, potrebbe rappresentare un valore aggiunto decisivo. Probabilmente imprescindibile. Sarebbe altresì un segnale in controtendenza, una volta tanto. Perché in Ciociaria ci sono professionisti all’altezza della situazione. E non si capisce come mai la politica negli anni li abbia tenuti fuori dalla governance della più importante azienda pubblica del territorio.

Un’azienda che, per le caratteristiche stesse dell’area di riferimento (3 grandi ospedali, 91 comuni e 500.000 abitanti) ha innanzitutto bisogno di professionisti che ne conoscano le esigenze e abbiano ben presenti le criticità. E proprio in queste ore si respira aria di cambio della guardia al vertice dell’Azienda Sanitaria di Frosinone. Il Governatore Francesco Rocca sta procedendo alle nomine dei direttori generali delle Asl del Lazio. Nei giorni scorsi ha firmato cinque decreti: Giuseppe Quintavalle alla Asl Roma 1; Francesco Amato alla Asl Roma 2; Silvia Cavalli alla Asl Roma 5: Sabrina Cenciarelli alla Asl di Latina; Maria Paola Corradi all’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata. Negli ulteriori slot di nomine ci sarà anche Frosinone. La dottoressa Sabrina Pulvirenti è stata indicata come commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria il 1° novembre 2023. Il presidente Francesco Rocca sta esaminando i report sul mandato. Va detto subito che il punto non è certamente rappresentato dalla professionalità e dalle competenze di Sabrina Pulvirenti. Sul piano dei risultati l’apertura di alcuni reparti e l’attivazione di determinate strutture e di macchinari c’è stata.

Il nodo vero, però, è che alla sanità ciociara serve un salto di qualità effettivo. E questo non si è visto. Poi è evidente che le valutazioni a certi livelli avvengono sulla base e sulla scorta di tanti indicatori e nell’ambito di un quadro globale. Ci sono poi altri fattori: la dimensione delle relazioni e una inevitabile visione “politica”. Bando alle ipocrisie e ai moralismi di basso rango. Vero che i manager della sanità devono possedere requisiti di professionalità, competenza ed esperienza. Ci mancherebbe altro. Ma è altrettanto vero (senza nascondersi dietro un dito) che è la Regione ad effettuare le scelte. E alla Regione cambiano le giunte e le maggioranze. Ergo, anche le politiche sanitarie e chi deve interpretarle. Da non sottovalutare neppure l’aspetto che riguarda i rapporti con le strutture della Asl. Un parametro importante e complesso.

I “papabili”

Per quanto concerne i nomi in corsa per l’incarico di direttore generale, i “rumors”, non essendo note le famose cinquine venute fuori dai colloqui di dicembre, sono soprattutto due. Il primo è quello di Manuela Mizzoni, manager di grande esperienza nell’ambito della sanità privata. E passata da qualche anno al pubblico. Oggi la Mizzoni è direttore dell’Azienda per i Servizi alla Persona (Asp) di Frosinone. In passato è stata anche membro del Consiglio della Camera di Commercio di Frosinone e componente del cda sia di Innova che dell’Aspin. Conosce bene i meccanismi e le logiche della “governance” di un’azienda così importante come l’Asl. È nell’elenco degli idonei dal 2005. Un fattore che può fare la differenza. L’altra opzione in prima fila è quella del dottor Mauro Palmieri: ingegnere, è direttore dell’unità operativa complessa Patrimonio della Asl di Frosinone. Perfettamente integrato nei meccanismi dell’azienda. Per quanto riguarda la Pulvirenti è mancato lo scatto sul versante del rapporto con il territorio. Scarsa sintonia con i Sindaci e rapporti a singhiozzo e a corrente alternata con gli amministratori locali, che conoscono le problematiche specifiche, che ricevono le istanze degli utenti, dei medici, del personale infermieristico, degli impiegati dell’Azienda Sanitaria e non stati, quasi mai in grado di dare un contributo che probabilmente si sarebbe rilevato utile in questi quindici mesi. Nel rispetto dei ruoli naturalmente, ma pure nel rispetto di quello spirito di squadra e di condivisione che consente a tutti di operare meglio. Detto tutto questo comunque, qualunque possa essere la decisione di Francesco Rocca, i soliti bene informati ritengono che la Pulvirenti verrà tenuta in considerazione per altri incarichi dello stesso prestigio. Probabilmente in contesti dove la dimensione di carattere locale è meno importante ed incisiva.

La politica del territorio

In questo contesto c’è pure il ruolo di chi è stato eletto per rappresentare il territorio ad ogni tipo di livello. Il due volte parlamentare Massimo Ruspandini, leader di Fratelli d’Italia, non invade mai il campo delle scelte che competono ad altri. Neppure si nasconde però, su quelle che sono le strategie. Prima fra tutte quella di puntare su esponenti di questo territorio: dall’economia alla sanità. Indubbiamente un direttore generale della provincia di Frosinone sarebbe un risultato importante. Anzi, un punto di svolta. Sulla necessità di individuare un manager locale che vada al timone della Asl sono d’accordo pure i consiglieri regionali Daniele Maura e Alessia Savo (Fratelli d’Italia). Inoltre, parliamoci chiaro: o la provincia di Frosinone comincia davvero a governare direttamente i processi decisionali e la selezione della classe dirigente oppure poi nessuno potrà lamentarsi del continuo ridimensionamento dei ruoli e degli spazi.

Basti pensare agli unanimi riconoscimenti che arrivano da tutta la Regione per l’operato di Raffaele Trequattrini al Consorzio di Sviluppo Industriale del Lazio. Un manager del territorio che, conoscendo le peculiarità tipiche delle nostre province, non ha avuto difficoltà a relazionarsi in maniera costruttiva con tutti gli altri territori laziali. Non è un caso che il professore dell’Università di Cassino viene ritenuto da tutti come uno dei manager migliori al lavoro nell’ambito delle aziende della galassia regionale.

Un’ultima considerazione. Al vertice dell’Azienda Sanitaria, in 24 anni si sono alternati in 18, tra direttori generali, manager facenti funzioni e commissari. Alcuni nomi degli ultimi anni: Isabella Mastrobuono, Luigi Macchitella, Stefano Lorusso, Patrizia Magrini (facente funzioni), Pierpaola D’Alessandro, Angelo Aliquò, Sabrina Pulvirenti. Tutti professionisti di livello, ma il tema resta lo stesso: un direttore generale del territorio sarebbe un valore aggiunto. E tutti ricordano, per esempio, lo scatto in avanti che l’azienda fece con al timone il “locale” Carlo Mirabella, all’epoca della penultima giunta di centrodestra. E nella stagione di Mauro Vicano commissario. Infine un dato non trascurabile. Un manager autoctono non necessiterebbe di ulteriore tempo per ambientarsi, per conoscere e mettere in moto la macchina. Anche perché tre anni passano in fretta. E questa volta speriamo non invano.

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