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Roccasecca

Emilio D'Adamo, ultime ore da ricostruire

Lunedì l’affidamento dell’incarico per gli esami irripetibili su salma, macchina e cellulare. Inquirenti al lavoro

Auto Emilio D'Adamo

Saranno gli esami irripetibili che verranno disposti lunedì, dopo l’affidamento dell’incarico fissato in procura, a chiarire in modo scientifico le cause del decesso di Emilio D’Adamo, il cinquantanovenne di Roccasecca scomparso da casa nel giorno dell’Epifania e trovato senza vita giovedì in una cava dismessa a Colle San Magno, nella sua auto carbonizzata. Non si escludono neppure accertamenti di natura genetica. Accertamenti che, però, non basteranno a spiegare le ultime ore di vita di Emilio, che dopo aver lasciato la sua abitazione avrebbe raggiunto Pietramelara, in provincia di Caserta. Per questo, oltre alle verifiche che certamente verranno disposte anche sulla sua Punto nera vecchio modello (che resta sotto sequestro insieme al corpo) anche il cellulare - o almeno quanto recuperabile telematicamente - sarà oggetto di indagine. Gli inquirenti seguono la pista del gesto estremo sia per il messaggio di addio affidato al suo profilo social a non molta distanza dalla sua scomparsa, che ha gettato i sui cari e l’intera comunità nell’angoscia. Sia per quanto accertato sul luogo del ritrovamento del cadavere.

Secondo le prime ipotesi al vaglio, l’operaio roccaseccano - molto noto in tutto il Cassinate - avrebbe provato a togliersi la vita con il gas di scappamento dell’auto. Poi il violento rogo scoppiato all’improvviso, forse per un cortocircuito, ha divorato l’intera vettura. Anche questo sarà oggetto delle meticolose attività di riscontro affidate ai carabinieri della Compagnia di Pontecorvo, guidata dal capitano Bartolo Taglietti, chiamati a ricostruire anche le ultime ore di vita del cinquantanovenne.

Secondo alcune indiscrezioni (che abbisognano di conferme) l’uomo dopo aver lasciato la sua abitazione sarebbe tornato indietro proprio per recuperare un arnese che non si esclude possa essere il tubo usato poi per togliersi la vita. Quindi avrebbe raggiunto il vicino Casertano dove il suo cellulare è stato agganciato per l’ultima volta. Un gesto volontario per depistare i ricercatori e focalizzare l’attenzione su un altro territorio? O una scelta senza grande significato, fatta in un momento di angoscia? A tutto questo gli inquirenti cercheranno di dare una risposta, insieme a quelle attese dai riscontri scientifici e forse anche genetici che la procura vorrà disporre. Risposte che potranno aiutare nella ricostruzione dei fatti ma che di certo non colmeranno in alcun modo il vuoto lasciato da Emilio, ricordato da tutti come un uomo gioviale, sempre pronto ad aiutare gli altri e di grande compagnia.

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