Spazio satira
Cassino
01.11.2024 - 19:13
Crisi senza fine per Stellantis, con un calo di ricavi netti nel terzo trimestre del 2024 pari al 27% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato affatto sorprendente ma che fa tremare anche Cassino. Tra le cause principali, il calo delle consegne (-20%) e la riorganizzazione necessaria per i nuovi modelli, con un riposizionamento della produzione che si traduce in chiusure temporanee come quelle di Mirafiori, Pomigliano, Termoli e Pratola Serra. E ovviamente pure di Cassino, che non fa eccezione: comunicati mercoledì i nuovi fermi produttivi, questa volta per il reparto presse.
Fabbrica già “spenta” con lastratura-verniciatura e montaggio a riposo per blocco produttivo (riprenderanno il 6 e il 7 novembre) mentre mercoledì sono state comunicate variazioni pure per questo ulteriore comparto che finora restava ben saldo al lavoro: mentre il programma del “caldo” rimane invariato, quello del freddo anticipa il fermo a oggi con presenza zero sul terzo turno e si riprende lunedì 4 novembre (fermi sabato intera giornata e domenica “solo” il secondo e terzo turno). Una situazione, dunque, affatto rassicurante. Sul piano nazionale (e internazionale) si contano le perdite in termini di ricavi netti, ma si cerca di guardare il bicchiere “mezzo pieno” parlando di «periodo di transizione caratterizzato da aggiornamenti dei prodotti e riduzione delle scorte» e di segnali positivi dagli Usa. Ma la battaglia è anche sul piano locale.
La richiesta di Fionda
«L’automotive è un settore cruciale e in piena crisi: il Governo deve dare risposte chiare e immediate. Ora è giunto il momento di giocare a carte scoperte e di fare chiarezza sul futuro dello stabilimento di Cassino» ha commentato Romeo Fionda, segretario del circolo locale del Pd. «Il ministro Urso nella missiva di risposta al presidente della provincia Di Stefano parla di “possibilità di favorire l’attrazione di nuovi investitori” e di “nuovi settori strategici” che rilevino lo stabilimento o parte di esso per una riconversione. C’è però un problema e vorremmo che fosse fatta chiarezza - sottolinea Fionda - Queste dichiarazioni non fanno altro che gettare ancora più ombre sul futuro del sito produttivo. Inoltre, è inaccettabile che John Elkann abbia rifiutato l’audizione alla Camera. Quello che, invece, ci aspettavamo erano proposte concrete da parte del ministro e una ricerca costante, da parte del Governo, per un piano industriale accettabile di Stellantis con garanzie sul futuro dei lavoratori e investimenti su ricerca, sviluppo e produzione in Italia».
La situazione, secondo l’analisi di Fionda, è grave e serve che «ciascuno faccia la propria parte, a partire dai vertici aziendali con impegni concreti». «Il futuro di Stellantis e dell’intero indotto nel Cassinate coinvolge circa 6.000 persone, è evidente che il tavolo automotive al Mimit sia stato un fallimento, come dichiarato dagli stessi sindacati. Per questo, come il Partito Democratico - nella mozione unitaria delle opposizioni - abbiamo richiesto che il confronto si sposti a Palazzo Chigi, per interloquire partendo da un principio di realtà: questo è un dibattito non più rinviabile, che si innesta in una gelata del settore dell’automotive che oltrepassa i confini nazionali» ha aggiunto.
«Bisogna, invece, accompagnare il settore nella transizione rendendolo socialmente sostenibile - conclude - Troviamo sconcertante che, in questa situazione, il Governo proponga un taglio dell’80% al fondo automotive previsto per il prossimo anno. Chiediamo a Urso e Giorgetti di rivedere immediatamente questa decisione, che rischia di bloccare del tutto un comparto già in difficoltà».
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