Spazio satira
Frosinone
10.04.2024 - 19:10
L'area su cui è stata costruita la scuola
«La scuola media “Pietrobono”? Non chiuderà. Come amministratore di questa città e anche come genitore voglio rassicurare alunni, genitori e famiglie: l’anno scolastico si concluderà tranquillamente e, per il futuro, l’amministrazione comunale si sta già muovendo per trovare una soluzione a un problema che arriva dal passato».
A parlare è l’assessore alla pubblica istruzione, Valentina Sementilli, che è intervenuta all’indomani del provvedimento del tribunale di Frosinone con il quale è stata rigettato un ricorso dell’ente di via del Plebiscito nell’ambito di una procedura esecutiva che sta riguardando il terreno su cui è stata costruita la scuola di via Puccini.
In una procedura fallimentare, infatti, è emerso che la superficie sulla quale è stato edificato l’immobile non è mai passata di mano al Comune, tanto che la curatela di un fallimento, nel quale rientra anche il terreno, ha lamentato un’occupazione senza titolo dell’area su cui sorge la scuola. In pratica, l’atto di esproprio non è mai stato trascritto, con il risultato che la curatela fallimentare dovrà gestire un bene che ora cerca di monetizzare per saldare i creditori.
L’ente di via del Plebiscito, nella fase procedimentale che si è chiusa lunedì scorso, aveva chiesto la sospensione come “opposizione di terzo” alla procedura esecutiva. Terzo perché il Comune, nei decenni, non ha mai formalizzato, trascrivendone l’atto di esproprio, l’acquisto del terreno su cui negli anni Settanta è stato realizzato l’istituto scolastico.
Il progetto della scuola, infatti, risale alla fine degli anni Sessanta quando, in base a una legge del 1967 “Nuove norme per l’edilizia scolastica e universitaria e piano finanziario dello intervento per il quinquennio 1967-1971” venne dato incarico all’ingegner Felice Campanelli di redigere il progetto.
Nel 1969 viene approvato il progetto di costruzione dell’istituto con una previsione di 20 aule. L’elaborato tecnico viene approvato dal Provveditorato regionale alle opere pubbliche per 300 milioni di lire. Ma la spesa necessaria per il costo complessivo viene valutata in mezzo miliardo di lire.
Nel 1970 viene aggiudicato l’appalto per il 1º lotto. Nel 1971 viene licenziata una variante a causa di alcune difficoltà nell’esecuzione dell’opera per la particolare natura del terreno. L’anno dopo viene invece affidato l’incarico per la redazione del secondo stralcio per un ammontare di 100 milioni di lire.
Nel 1973 c’è una richiesta di variante al programma di finanziamento. Tuttavia, nelle procedure qualcosa si intoppa nel momento di procedere alla trascrizione dell’atto di esproprio del terreno. Una “dimenticanza” che rischia di costare cara al Comune.
Ora, esaurita questa fase processuale, si andrà nel merito e il Comune cercherà di far valere le proprie ragioni. Intanto, gli scenari che adesso si palesano sono due: o lo sgombero dell’immobile o la stipula di un contratto di locazione, con canone già valutato in 9.300 euro mensili, per continuare a disporre del terreno, e di conseguenza della scuola, sul quale è stata edificata la “Pietrobono”.
«L’avvocatura comunale - ha concluso l’assessore Sementilli - sta studiando le contromisure. Riteniamo che ci siano ancora delle valide ragioni da sostenere. In ogni caso l’ente si farà valere».
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