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Frosinone

Nella palude della crisi

Nessun passo avanti all’interno della maggioranza: più passano i giorni più la situazione si complica

Nella palude della crisi

“Nessuna nuova, buona nuova”, recita un vecchio adagio. Così traducibile: l’assenza di notizie negative è già per questo una buona notizia. I proverbi sono la saggezza dei popoli, ma ogni regola ha le sue eccezioni. E per quanto riguarda la crisi al Comune di Frosinone, la mancanza di novità vuol dire non soltanto il prolungamento dello stallo ma anche l’allargamento del solco che divide partiti, liste civiche, gruppi e singoli che fanno parte della coalizione che sostiene il sindaco Riccardo Mastrangeli. Una coalizione che sulla carta (ma soltanto sulla carta) può contare su 18 esponenti su 33. In realtà si sono registrate tre mancanze consecutive del numero legale nelle sedute ordinarie del consiglio. Tutte in prima convocazione, quando occorrono almeno 17 presenti. Le lacerazioni sono evidenti e note. Intanto si aspetta la decisione del presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri sulla data della prossima riunione dell’aula di Palazzo Munari. Stavolta in seconda convocazione, quando basta “quota 12”. Ma attenzione, perché senza un accordo non è affatto scontato che possa esserci il numero legale. Fra l’altro in “seconda” lo scioglimento della seduta avrebbe effetti ancora più forti. In ogni caso è difficile immaginare perfino una “tregua armata” senza un confronto tra i protagonisti: il sindaco Riccardo Mastrangeli, il presidente dell’aula Massimiliano Tagliaferri, il vicesindaco Antonio Scaccia, il capogruppo di Fratelli d’Italia Franco Carfagna.

Inutile girarci intorno: la crisi si è “avvitata”.

Nelle scorse settimane Fratelli d’Italia, Massimiliano Tagliaferri, il Polo Civico (salito a 2 consiglieri dopo l’adesione di Andrea Turriziani) e Carlo Gagliardi avevano avanzato al Sindaco questa proposta: assessorato al Polo Civico (Claudio Caparrelli o Francesco Trina) e delega all’urbanistica al consigliere Carlo Gagliardi (Lista Marzi). Quando il via libera sembrava questione di ore, la frenata. Mastrangeli ha comunicato di voler sottoporre lo schema all’attenzione della “galassia della Lega”. A quel punto c’è stato il no della Lista per Frosinone del vicesindaco Antonio Scaccia, con la motivazione che non va data rappresentanza in giunta a chi nel 2022 ha concorso in altre coalizioni. Scaccia ha rivendicato il secondo assessorato per la Lista per Frosinone (arrivata a 4 consiglieri con il passaggio di Francesco Pallone) e ha aggiunto che a suo giudizio andrebbe attribuito il terzo assessorato a FdI piuttosto che coinvolgere il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli nell’esecutivo. Su questa posizione c’è stata la sponda di 2 dei 5 consiglieri di Fratelli d’Italia: Marco Ferrara e Sergio Crescenzi. Entrambi fanno riferimento al deputato Aldo Mattia.

E ieri sia Marco Ferrara che Sergio Crescenzi hanno “postato” dei messaggi sui social. Marco Ferrara ha scritto: «Le dinamiche legate alle elezioni provinciali non possono e non devono distorcere la volontà espressa dai cittadini frusinati nel 2022. Il mandato che da loro abbiamo ricevuto è chiaro: il centrodestra ha vinto e il centrodestra deve governare. Rispetto per FdI: chiediamo al sindaco Riccardo Mastrangeli la nomina di un terzo assessore per il nostro partito, a testimonianza del nostro peso politico in consiglio comunale (5 consiglieri di maggioranza) e del lavoro già svolto e da svolgere sino a fine consiliatura in consiglio e in giunta. Nessuna apertura a chi ci ha osteggiato e deriso. A nostro avviso, liste come il Polo Civico non possono ottenere delle rappresentanze dirette nella giunta di questa Amministrazione, dopo aver osteggiato il nostro progetto politico nella campagna elettorale del 2022. Il rimpasto di giunta deve essere l’occasione per ricompattare la coalizione di centrodestra in vista del nuovo appuntamento elettorale del 2027». Sulla stessa lunghezza d’onda Sergio Crescenzi: «Ci preme precisare con forza che qualsiasi nomina assessorile o delega deve rientrare nell’ambito del centrodestra, l’unica forza uscita vincitrice alle elezioni del 2022». E ancora: «Ci opponiamo... ad un ingresso di quelle forze politiche, Polo Civico compreso, che oggi sono all’opposizione ma che lo furono anche nella campagna elettorale del 2022, schierandosi con il Pd».

Una situazione kafkiana. La richiesta del terzo assessorato non è arrivata dagli organi ufficiali di Fratelli d’Italia. Non dalla segretaria della sezione cittadina Alessia Turriziani, non dal capogruppo Franco Carfagna. E neppure dall’intero gruppo consiliare. Qualche giorno fa Fabio Tagliaferri, presidente e ad di Ales ma pure esponente di spicco del partito a Frosinone, aveva avvertito: «Non facciamoci dividere». Fra l’altro ci sono alcune situazioni da considerare. La prima: FdI ha eletto 4 consiglieri. A quota 5 il gruppo è arrivato grazie all’ingresso di Francesca Campagiorni, eletta nel Polo Civico quarantadue mesi fa. Il Polo Civico da oltre un anno non è all’opposizione, ma fa parte della “coalizione trasversale” che sostiene Mastrangeli. E peraltro il consigliere Claudio Caparrelli gestisce la delega al patrimonio dal 14 gennaio 2025.

Pure Andrea Turriziani, ora nel Polo Civico ed eletto nella Lista Marini, appoggia il Sindaco da tempo. E senza il loro sostegno per l’intero 2025 la maggioranza non ci sarebbe stata. Anzi, è stata necessaria altresì la disponibilità di Domenico Marzi (avversario di Mastrangeli nel 2022), Carlo Gagliardi e Alessandra Mandarelli di contribuire a mantenere il numero legale in prima convocazione. Dunque, quale il ragionamento? Possono stare in maggioranza ma non in giunta? In ogni caso c’è soltanto uno che può decidere: Riccardo Mastrangeli. A proposito: è pensabile che il Sindaco possa attribuire il terzo assessorato a FdI senza le firme dei 5 consiglieri e l’imprimatur del partito?

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