La primavera bresciana ha il sapore amaro dell’incertezza. Mentre i tifosi del Brescia Calcio sognavano una salvezza tranquilla in Serie B, una tempesta giudiziaria si è abbattuta sul club, minacciando di travolgerlo con una penalizzazione di 4 punti che potrebbe significare retrocessione in Serie C. L’udienza decisiva è fissata per giovedì 22 maggio davanti al Tribunale Federale Nazionale, e il presidente Massimo Cellino è pronto a combattere: “Siamo stati truffati”, ha dichiarato, puntando il dito contro una misteriosa società terza. Ma come si è arrivati a questo punto? E c’è una via d’uscita per le Rondinelle?
Un errore costoso: perché il Brescia rischia 4 punti?
Tutto ruota attorno a un problema finanziario che, in un calcio sempre più attento ai bilanci, può costare caro. Il Brescia, secondo la Procura Federale, non avrebbe versato circa 1,4 milioni di euro di contributi fiscali e previdenziali per gli stipendi di dicembre 2024 e di gennaio e febbraio 2025. Invece di pagare con soldi liquidi presenti nelle casse della società, il club si è affidato a crediti d’imposta, che l’Agenzia delle Entrate ha poi qualificato come inesistenti. Un errore amministrativo? Una leggerezza? O, come sostiene Cellino, una truffa subita da un intermediario senza scrupoli? Secondo il Codice di Giustizia Sportiva (CGS) della FIGC, in ogni caso questo è un peccato grave. L’articolo 8, comma 1, obbliga le società a versare IRPEF e contributi INPS entro scadenze precise (in questo caso specifico che coinvolge il Brescia, il 16 febbraio 2025). Non farlo viola l’articolo 31, comma 1, che punisce gli inadempimenti finanziari, e l’articolo 4, che tutela la lealtà sportiva. La Commissione di Vigilanza sulle Società Calcistiche (Covisoc), come previsto dall’articolo 94 delle Norme Organizzative Interne Federali (NOIF), ha scovato l’irregolarità a fine febbraio, ma la conferma dell’Agenzia delle Entrate è arrivata solo il 16 maggio, a stagione regolare conclusa. Un ritardo che ha acceso i riflettori sul caso, portando a un’udienza lampo.
Perché proprio 4 punti?
Perché 4 punti di penalizzazione e non, ad esempio, 2 o 6? L’articolo 31, comma 3 del CGS stabilisce che le società di Serie B che non adempiono agli obblighi finanziari possono subire penalizzazioni da 1 a 8 punti, a seconda di tre fattori: l’importo non versato, la reiterazione della violazione e l’impatto sulla competizione. Nel caso del Brescia, gli 1,4 milioni di euro sono una cifra significativa, ma non catastrofica. Ciò che pesa è la reiterazione: tre mensilità non pagate, un’infrazione che la Procura considera grave. Inoltre, l’irregolarità, emersa quando la classifica era già definita, potrebbe aver alterato la lotta salvezza. I 4 punti ipotizzati in prima battuta appaiono come una sanzione intermedia, che tiene conto della gravità (tre mesi di irregolarità) ma anche di una possibile attenuante: il Brescia non avrebbe falsificato documenti di proposito, ma si sarebbe fidato di crediti ritenuti dalle autorità competentifasulli. L’articolo 33 del CGS dà alla Procura la discrezionalità di calibrare la pena, e i 4 punti sembrano, quindi, un compromesso tra punizione e clemenza, in attesa delle prove della difesa.
I gradi di giudizio: una lunga battaglia legale?
Il destino del Brescia si deciderà in un’aula, ma la strada giudiziaria potrebbe essere lunga. La giustizia sportiva FIGC prevede più gradi di giudizio:
• Tribunale Federale Nazionale (TFN): Il 22 maggio, il TFN esaminerà le accuse della Procura e la memoria difensiva del Brescia. La sentenza di primo grado, attesa entro pochi giorni, potrebbe confermare i 4 punti, ridurli, aumentarli (fino a 8) o annullarli. La rapidità è essenziale per aggiornare la classifica di Serie B e procedere con i playout.
• Corte Federale d’Appello (CFA): Se il TFN dovesse penalizzare il Brescia, il club può appellarsi alla CFA entro 7 giorni (articolo 62, comma 1 del CGS). La Corte riesamina il caso e può modificare la sanzione, con una decisione in 1-2 settimane.
• Collegio di Garanzia dello Sport (CONI): In caso di nuova sconfitta, il Brescia può ricorrere al Collegio di Garanzia entro 7 giorni (articolo 63 del CGS), ma solo per vizi procedurali o errori di diritto. I tempi variano da settimane a mesi.
• Giustizia Amministrativa: Come extrema ratio, il club potrebbe rivolgersi al TAR o al Consiglio di Stato (articolo 64 del CGS), ma questi ricorsi non sospendono le sanzioni sportive e sono troppo lenti per salvare la stagione.
Come evitare la penalizzazione?
Il Brescia sembra avere poche carte da giocare, ma Cellino è determinato. Ecco come il club potrebbe sfuggire alla penalizzazione:
• Prova della truffa: Cellino sostiene che una società terza ha fornito crediti inesistenti. Se il Brescia producesse prove concrete (contratti, bonifici, email), potrebbe invocare l’articolo 6, comma 2 del CGS, che esclude la responsabilità per chi agisce in buona fede. Dimostrare che il club si è affidato a un intermediario ritenuto affidabile potrebbe azzerare la sanzione.
• Vizi procedurali: la difesa potrebbe contestare il ritardo dell’Agenzia delle Entrate, che ha comunicato la presunta inesistenza dei crediti solo a maggio, impedendo una sanatoria tempestiva. Un vizio nel procedimento Covisoc o nella notifica (articolo 2 del CGS) potrebbe portare all’annullamento.
• Sanatoria: versando gli 1,4 milioni prima dell’udienza, il Brescia potrebbe ottenere una riduzione della sanzione (articolo 31, comma 4 del CGS), anche se l’annullamento è improbabile.
• Riduzione della pena: dimostrando un impatto minimo sulla competizione o un importo contenuto rispetto al bilancio, il club potrebbe limitare la penalizzazione a 1-2 punti, restando in zona playout.
• Appelli: se il TFN confermasse i 4 punti, il Brescia potrebbe appellarsi alla CFA o al CONI, cercando una sospensione o un annullamento, anche se le sospensioni sono rare.
I precedenti
Il calcio italiano è pieno di casi simili, che offrono spunti e moniti. Nel 2022-23, la Sampdoria fu penalizzata di 2 punti per il mancato pagamento di IRPEF su due mensilità, ma retrocesse nonostante una parziale sanatoria. Nel 2018-19, il Bari prese 2 punti per un’irregolarità su una mensilità, ma si salvò grazie a una buona classifica. L’Avellino, nello stesso anno, incassò 3 punti per problemi di fideiussioni, finendo escluso. Il Parma, nel 2014-15, fu colpito da 7 punti per inadempimenti gravi, culminati nel fallimento. Più vicino al caso del Brescia è il Chievo Verona (2018-19), penalizzato di 3 punti per plusvalenze fittizie: la difesa di buona fede fu respinta, ma la sanzione ridotta da 6 a 3 punti.