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La guerra dello stadio del nuoto. La Frosinone pallanuoto si ritira da tutti i campionati

Contestati gli orari concessi, i prezzi praticati e il mancato intervento dell’amministrazione. Il club minaccia azioni legali

La guerra dello stadio del nuoto. La Frosinone pallanuoto si ritira da tutti i campionati

Da sinistra Antonio Ceccarelli, Fabrizio Spinelli, l’avvocato Riccardo Lutrario e Federico Ceccarelli alla conferenza stampa del Frosinone pallanuoto

La Frosinone pallanuoto si ritira da tutti i campionati. E lo fa in polemica con il Comune di Frosinone e la nuova gestione dello stadio del nuoto, da quest’anno affidato ai rivali della Bellator Frusino. La società ha spiegato in conferenza stampa i motivi del sofferto addio, alla presenza dell’avvocato Riccardo Lutrario che preannuncia azioni contro l’amministrazione comunale.
Tutto ruota intorno all’addio della Fin allo stadio del nuoto, fino allo scorso anno utilizzato anche dalla Frosinone pallanuoto. Un addio che, seppur preventivato, ha portato il Comune, in fretta e furia, a predisporre un nuovo bando di gara, sotto ferragosto, per la durata di un anno. E così la nuova gestione è partita solo il 18 novembre, a campionati già iniziati.

La Frosinone pallanuoto contesta le mancate risposte del Comune ai solleciti e la tardiva risposta della Bellator alle richieste di ore, concesse in orari non graditi nonché l’incremento dei costi rispetto alla passata gestione della Fin.
«Abbiamo chiesto al Comune un tavolo di confronto - spiega l’avvocato Lutrario - ma non abbiamo ricevuto risposte malgrado l’articolo 22 del capitolato. Non è stato fatto nulla per evitare questo epilogo. L’atteggiamento del nuovo gestore è stato ispirato a criteri di mero profitto, ma visto che è una struttura pubblica si sarebbe dovuta attenere ad altre logiche». E l’avvocato annuncia azioni legali: «La lotta andrà avanti nel rispetto delle persone che hanno creduto in questo progetto, degli sponsor e di tutti quelli che pensano che le regole vadano rispettate». Il legale cita gli articoli 1, 2, 6, 14 e 22 del capitolato per cui «il Comune avrebbe dovuto convocare il gestore».

I danni per ora non sono stati calcolati, ma i timori sono per eventuali richieste di risarcimento da parte degli sponsor.
Il socio del club Antonio Ceccarelli nel merito della questione afferma: «Alla Bellator abbiamo chiesto un incontro concesso 24 giorni dopo, a due giorni dall’inizio dei campionati. Loro si sono detti disponibili a concedere lo spazio acqua, ma dalle 20 e dalle 18.30. Con tre squadre giovanili e la prima squadra ciò avrebbe significato terminare dopo l’una».

Polemica anche sui rincari. Spiega Ceccarelli: «Con Fin plus pagavamo 8 euro a corsia l’ora, con i nuovi costi 20 euro a corsia. Quasi il triplo». A chi fa notare che il nuovo gestore deve praticare prezzi di mercato, dalla Frosinone pallanuoto rispondono che l’attività non rientra nel prezziario in base all’articolo 14 che prevede tra l’altro che tali tariffe «dovranno essere preventivamente approvate dal Comune». Ed è stato fatto? «Questo avremmo voluto chiederlo al Comune», dice il legale. Ceccarelli poi aggiunge che «l’anno scorso alla Fin plus abbiamo dato 27.000 euro, ma il problema quest’anno sono gli orari». Evidenziato che delle tre società che anche lo scorso anno usavano l’impianto (Ss Lazio e Centro nuoto Anagni), solo il club frusinate non ha riavuto gli stessi spazi.

L’allenatore Fabrizio Spinelli per la prima squadra e Federico Ceccareli per le giovanili, in precedenza, avevano tracciato il percorso della società, in questi dieci anni, che ha raggiunto importanti risultati a livello regionale e l’anno scorso sfiorato la promozione in serie B.

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