Serie B
22.12.2025 - 12:00
Foto Federico Proietti
Un Frosinone che continua a volare altissimo, quello che sabato pomeriggio ha centrato la quinta vittoria consecutiva di questa ultima parte di campionato e con i tre punti conquistati ha mantenuto inalterato il vantaggio di tre lunghezze nei confronti del Monza secondo ma, soprattutto, ha portato a cinque quello sulla terza che non è più il Cesena ma il Venezia. Un primato del tutto meritato, alla luce di una serie infinita di prestazioni di assoluto spessore. Dalla prima giornata di campionato la “banda” Alvini è sempre arrivata al successo giocando un calcio bello e spumeggiante. Divertendo e divertendosi. Eppure tutto ciò fino a questo momento non è bastato per fare innamorare di questa magnifica squadra gli sportivi della nostra provincia. Da sempre abbiamo ritenuto fare una distinzione tra i tifosi e gli sportivi, molto semplice tra l’altro. Ma questa volta ci sfugge qualcosa. Partiamo dalla distinzione appunto. I tifosi sono quelli che non mancano mai sugli spalti dello “Stirpe”, così come erano sempre presenti al “Comunale”. Quelli, cioè, che al di là della classifica e della categoria in cui gioca la loro squadra del cuore, sono comunque lì ad applaudire e incoraggiare chi difende i colori giallazzurri.
Gli sportivi, invece, sono gente a cui piace il calcio, ma si presenta allo stadio solo quando le cose per il Frosinone vanno bene. Ma allora perché oggi che questo manipolo di ragazzi (la rosa più giovane della Serie B) sta regalando prestazioni su prestazioni, vittorie su vittorie, le tribune dello “Stirpe” sono occupate solo dai tifosi? Normale che nelle ultime due partite casalinghe, prima contro la Juve Stabia, che arrivava dopo due strepitosi successi consecutivi in trasferta (e su campi fino a quel momento inviolati), e sabato da capolista indiscussa contro lo Spezia, il numero degli spettatori era di poco superiore alle settemila unità? Meno della metà della capienza dello “Stirpe”. Certo è che se questa situazione cha sta vivendo il Frosinone ci fosse stata a Bari, il “San Nicola” sarebbe stato sempre sold out. Così come il “Barbera” a Palermo. Ma potremmo andare avanti con tante altre città. Perché ci piange il cuore a doverlo ammettere, ma certe cose succedono soltanto a Frosinone.
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