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Anticipata di un giorno la conferenza pre gara

Eusebio Di Francesco: «Con il Verona gara difficile? D'ora in avanti tutte finali»

Il tecnico del Frosinone: «Sarà necessaria una prestazione di livello contro un avversario che, cambiato in molti ruoli, ha mantenuto la stessa identità»

eusebio di francesco

Il tecnico dei giallazzurri Eusebio Di Francesco FOTO FEDERICO PROIETTI

Nel consueto incontro prima della gara di campionato svoltosi nella sala stampa del "Benito Stirpe", Eusebio Di Francesco ha presentato subito il conto, o meglio la lista dei giallazzurri che non prenderanno parte alla trasferta di Verona che inizierà oggi subito dopo la conclusione della rifinitura. «Per quanto è lunga specialmente nel reparto difensivo – ha subito precisato – l'ho dovuta scrivere. Avremo sicuramente fuori Marchizza, Oyono, Lirola, Bonifazi, Lusuardi e Kalaj».

Oltre ovviamente a Baez. L'unica nota positiva invece...
«Ieri per la prima volta dall'infortunio Monterisi si è allenato con la squadra. Quindi sarà convocato. Anche Seck sarà disponibile ma non ho deciso se partirà dall'inizio o meno. È comunque allenato anche se gli manca il ritmo partita. I dubbi riguardano Cuni ed Ibrahimovic che valuteremo prima della partenza».
Fatta questa doverosa premessa, Di Francesco ha subito risposto alla domanda riguardante la formazione avversaria che ha cambiato pelle per le tante trattative concluse in entrata e uscita.

«Conosco la filosofia di mister Baroni e so che la squadra che affronteremo è solida e determinata nel raggiungere il risultato. Si giocherà in un ambiente caldo perché conosco la tifoseria che sarà un'arma in più. Certo gli mancheranno degli uomini ma sono stati bene rimpiazzati. Una formazione che dà il meglio di se' nelle difficoltà. Il direttore Sogliano sa il fatto suo, è un ottimo dirigente che sa quali caratteristiche di giocatori servivano e ha inserito nella formazione. Non so come giocheranno ma una ipotesi di formazione ce l'ho e la indicherò ai ragazzi».

Di conseguenza sarà la partita più importante della stagione? «Dobbiamo ancora giocare – è stata la risposta del tecnico - e preferisco parlare del presente. Sarà una gara come tutte le altre che dobbiamo disputare perché sono tutte finali e come tali vanno affrontate. Anche l'incontro con il Cagliari era importante. Aggiungo soltanto che vorrei che la squadra riuscisse a dare continuità di prestazione e di risultato specialmente in questa trasferta».

Dal Verona al Frosinone: come dovrà affrontare l'incontro? Con la massima attenzione, con reattività e concretezza negli ultimi sedici metri? La risposta. «Penso che una squadra reattiva, rapida e pronta sulle seconde palle sia quella perfetta. Il Verona cedendo Djuric ha perso in fisicità e avrebbe giocato con palle alte in area. Herny, che ho seguito anche quando era in Belgio, ha caratteristiche diverse da Djuric ma è comunque un ottimo attaccante. Poi ci sono anche Suslov e Folorunsho ed altri ragazzi interessanti che stanno mettendosi in mostra. Insomma hanno cambiato molto ma sono riusciti a mantenere intatta la loro identità».

Dal Verona al reparto difensivo della sua squadra: e in modo particolare nel ruolo di terzino sinistro nel quale potrebbe essere confermato Brescianini. «Qualcuno dovrò metterci in quel ruolo. Ho trascorso ancora una settimana a provare centrocampisti come difensori esterni e uno tra Gelli, Garritano e lo stesso Brescianini giocherà in quel ruolo».

Seck cosa può dare al Frosinone? «Penso che abbia tecnica, corsa ed anche la capacità di attaccare la profondità. Preferisce avere campo davanti a sé. Anche nella Spal ha giocato più da mezzala che da attaccante esterno. Insomma può ricoprire più ruoli e ci dà più alternative. Sono contento del suo arrivo. Era una delle prime scelte che avevamo ad inizio stagione. Tra le squadre allenate da Eusebio di Francesco c'è stato anche il Cagliari. Per questo la domanda: mister un ricordo del grane Gigi Riva? «Mi fa piacere questa domanda, perché mi dà l'occasione di salutare il popolo sardo che lui ben rappresentava. Sono stato fortunato a conoscerlo quando era dirigente della nazionale e mi fece anche qualche telefonata per superare momenti complicati. Era una bandiera per un popolo intero».

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