Spazio satira
Ferentino
07.07.2025 - 12:00
Il teatro romano è quasi pronto a essere restituito alla città. Nei giorni scorsi, infatti, il sindaco di Ferentino, Piergianni Fiorletta, ha annunciato che il monumento aprirà ufficialmente al pubblico mercoledì 17 settembre. Il teatro, in particolare, rappresenta uno dei gioielli della città gigliata, per il quale l’amministrazione comunale ha sempre investito in operazioni di restauro e conservazione, al fine di riportarlo alla sua antica bellezza. In quest’ottica, infatti, sono stati investiti circa due milioni di euro, di cui un milione e settecentomila provenienti dal Ministero della Cultura, guidato, al tempo degli inizi dei lavori di restauro, da Dario Franceschini.
Mancano solo gli ultimi dettagli da definire e sistemare: in particolare, si stanno ultimando i lavori di installazione degli impianti di illuminazione e si sta provvedendo a ultimare i lavori di restauro del muro che separa la scena dall’orchestra. Sono in fase conclusiva anche gli studi sul programma di sicurezza e antincendio. Infine, si sta predisponendo il programma eventi relativo alla tanto attesa settimana inaugurale, in occasione della quale i riflettori di tutta la Ciociaria saranno tutti puntati sulla città gigliata, dando ulteriore lustro al territorio. L’obiettivo fondamentale sarà quello di dare alla comunità l’opportunità di immergersi in un viaggio indietro nei secoli, che ripercorre le principali tappe della storia di questo importante cimelio, dalla sua costruzione alla sua prima scoperta. Con i suoi dodici metri di altezza e cinquantaquattro metri di diametro, infatti, il Teatro segue il declino naturale della collina, tra via Antiche Terme e via Torri di Porta Sanguinaria. Scoperto nel 1923 dall’archeologo Alfonso Bartoli, il complesso architettonico risale all’epoca dell’imperatore Traiano e rappresenta un unicum nel patrimonio artistico e storico dell’area dei Monti Ernici. Menzionato nelle fonti itinerarie di poeti latini come Livio, Marziale e Strabone, il Teatro ha infine avuto un ruolo di collegamento tra l’antico popolo degli Ernici e quello dei Volsci, portando per la prima volta l’arte anche nei borghi interni.
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