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Ferentino

Offese al capo dei vigili, quarantasettenne a giudizio

Accusato di aver pubblicato commenti denigratori contro la comandante Rosalinda Di Nunzio. Ha risposto a un post su Facebook in cui venivano mostrate foto di veicoli in divieto di sosta in una strada del centro storico

Offese al capo dei vigili, quarantasettenne a giudizio

“La colpa è sua e non vedo l’ora che mi denuncia. Dovrebbe finire sul giornale”. Queste alcune delle frasi scritte sul post pubblicato da un quarantasettenne sul suo profilo Facebook contro la comandante della polizia locale, Rosalinda Di Nunzio.
Frasi denigratorie che lo hanno fatto finire nei guai. Disposto il decreto di citazione diretta a giudizio per il ferentinate. L’udienza è stata fissata per il prossimo 4 dicembre. Per la sua difesa si è rivolto all’avvocato Mario Cellitti.

I fatti
I fatti contestati risalgono a fine luglio dello scorso anno. Il quarantasettenne è accusato di aver offeso l’onore e la reputazione della comandante della polizia locale.
Stando alle accuse, ha condiviso sul suo profilo Facebook un post in cui sono pubblicate tre foto che ritraevano auto in divieto di sosta, in una strada del centro storico di Ferentino, che restringevano la carreggiata. Insieme alla condivisione aveva scritto commenti diffamatori contro il capo della polizia locale.

Il ferentinate è finito così nei guai con l’accusa di diffamazione, con l’aggravante di aver usato un mezzo di pubblicità (internet) e di aver recato l’offesa a un rappresentante di un corpo amministrativo.
Il post con le foto era stato pubblicato da un altro utente e il ferentinate lo ha ricondiviso sul suo profilo aggiungendo, però, le frasi diffamatorie contro la comandante dei vigili urbani, sostenendo che la colpa fosse sua.

Il cinquantenne è accusato di aver offeso l’onore e la reputazione del capo della polizia locale di Ferentino, comunicando con più persone, attraverso il suo profilo social con commenti denigratori. Dovrà ora comparire davanti al giudice fra otto mesi.
Deve rispondere di diffamazione aggravata dall’utilizzo dei social.

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