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L'appuntamento

Gli occhi sul mondo del Castello Caetani. La mostra di Annita Mechelli

Nel borgo medievale la mostra di pittura e scultura. Le opere sono piene di luce: «Dipingo lo sguardo di Dio perché è la massima espressione di creatività»

Gli occhi sul mondo del Castello Cajetani. La mostra di Annita Mechelli

L'artista Annita Mechelli

Il Castello Cajetani, nel borgo medievale di Trevi nel Lazio, ospita in questi giorni la mostra di pittura e scultura "Gli occhi sul mondo", della poliedrica artista Annita Mechelli. Allieva prediletta di Pericle Fazzini, della cui arte è la naturale erede, la maestra Mechelli ripercorre l'arte della figurazione nei suoi quadri dai colori arditi e dalle poliedriche forme, quasi a sussumere le lotte interiori tra i multiformi sentimenti dell'animo umano. È l'esplosione della vitalità, in cui l'osservatore può liberamente trovare la propria armocromia in un'estasi emozionale di rara forza e passione.

In bilico tra espressionismo e surrealismo, l'arte di questa degna rappresentante della pittura del novecento esprime tutta la sua voglia di riscatto verso un'epoca contraddittoria, costantemente all'inseguimento di fama e onore ma, al contempo, desiderosa di abbeverarsi al divino, spogliandosi di ogni velleità. Una tensione mistica che la Michelli ben rappresenta con le sue indimenticabili figure femminili, dallo sguardo rivolto verso l'alto, divinizzate dalla continua ricerca delle "cose di lassù". E si incrociano, gli occhi di Dio con gli occhi della sua creatura, nei quadri della geniale artista, i cui lavori sono immediatamente riconoscibili sia per lo stile di rara forza identitaria sia per gli occhi colore del cielo che in qualche modo firmano ed indentificano l'unicità di ogni sua opera.

Amante della sperimentazione, di intrigante fascino sono le sue sculture, dalla singolare compitezza espressiva, quasi a narrare una storia che inizia e finisce nel breve spazio occupato dal crudo materiale e che pure si rinnova ad ogni tocco, portatore di un messaggio onirico destinato a trascendere la realtà e a plasmarla alla volontà dell'artista. «Sono nata tra la neve, i miei occhi si sono aperti su di una distesa bianca che ho sempre cercato di colorare – ha confidato Annita Michelli – non immagino il mondo se non attraverso una tavolozza da pittore. Cos'è il nero, cosa significano questi colori cupi? La vita deve essere luminosa».

E ce n'è tanta di luce nelle opere di questa visionaria narratrice del colore, che resta umile e grata al divino che è in ogni angolo del creato e che, come preghiera laica, è un punto fermo della sua arte: «Dipingo gli occhi di Dio perché è la massima espressione di creatività – ha continuato la maestra Michelli - Non si può essere più in alto di Dio».

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