Spazio satira
Cultura
18.06.2023 - 19:30
Chiara Francini
Solare, irriverente, simpaticissima. Chiara Francini non ha certo bisogno di presentazioni. Fiorentina classe 1979, laureata in lettere, ha esordito a teatro e al cinema all'inizio degli anni 2000. Da lì una lunga serie di film e di spettacoli e tanta televisione. Senza mai risparmiarsi, ha trovato anche il tempo di scrivere. E ora, dopo "Non parlare con la bocca piena" (2017), "Mia madre non lo deve sapere" (2018), "Un anno felice" (2019) e "Il cielo stellato fa le fusa" (2020), ha dato alle stampe per la Rizzoli "Forte e Chiara – Un'autobiografia".
Il libro verrà presentato questa sera alle 21.30, nel chiostro di Sant'Agostino, nell'ambito della rassegna letteraria "Incontriamoci a Veroli" organizzata dalla libreria Ubik e giunta quest'anno alla nona edizione. L'autrice dialogherà con Giorgia Cappella.
«Questo libro è un modo bizzarro di farvi compagnia – dice Chiara Francini – Racconta di me e della mia vita, è una storia umana che corre da quando ero un embrione nella pancia della mia mamma, saltella all'infanzia, si precipita all'adolescenza, scruta l'età adulta fino ad arrivare all'attuale Chiara che sono e che vorrei essere, una mamma oppure no. È la storia di "una ragazza come io", che è anche il titolo bellissimo del libro di una grande autrice, Anita Loos, "A Girl Like I". "Una ragazza come io" è un'espressione apparentemente strana, sgrammaticata, sbagliata, diversa, quando la leggi per la prima volta. Esattamente come, da sempre, appaio io. In questa espressione, è vero, c'è qualcosa che disvia dalla regola, ma se le guardi tutte insieme, quelle parole che le danno vita, ti restituiscono un ordine, un'immagine bella, come la verità. Una ragazza sì, ma come io. E in quell'io ci sono le mani, i capelli, i tic, le ginocchia, la saliva e le lacrime di ognuna di noi, così simili ma anche così uniche e irripetibili. Io, una ragazza, peraltro, non lo sono più da molti anni. Ma ogni donna ha l'età che si merita».
Insomma, Chiara Francini si abbandona, questa volta, a una trascinante confessione autobiografica, non professionale ma umana. Il suo è il romanzo di formazione di una ragazza di provincia che, imbevuta di sogni, si lancia nella vita per metterli in atto senza risparmiarsi, bruciandosi talvolta la pelle, con fatica e caparbietà. Ed è anche, nella seconda parte, una riflessione illuminante e profonda, talvolta grave, sulla tirannide del denaro e del potere che governa i comportamenti umani e, in chiusura, sulla condizione di ogni donna: quella di essere sempre dilaniata fra realizzazione personale e desiderio di maternità. Ovvero di essere destinata a una felicità, per definizione, mutilata. «Perché la parte più complessa per una donna è nascere tale. Bello e terrificante»
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