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L'iniziativa

Una legge per favorire le nascite

Il consigliere regionale dem Eleonora Mattia: «Una soluzione che affronta in modo strutturale la prevenzione dell’infertilità e la preservazione della fertilità»

Una legge per favorire  le nascite

Il consigliere regionale del Pd Eleonora Mattia

Una proposta di legge innovativa, la prima in Italia, per affrontare in modo strutturale il drammatico calo delle nascite e garantire un futuro al sistema di welfare regionale. È quanto depositato in Consiglio regionale del Lazio dal consigliere del Pd Eleonora Mattia, che con il suo progetto “salva-nascite” punta a contrastare la denatalità e a promuovere un accesso equo e consapevole alle tecniche di crioconservazione. I dati del Documento di Economia e Finanza Regionale 2025-2027 parlano chiaro: nell’ultimo decennio il tasso di natalità è crollato da 9,2 a 6 nati ogni 1.000 abitanti, mentre la popolazione del Lazio è lievemente diminuita. Un trend destinato a peggiorare, con una previsione di riduzione di quasi 86.000 residenti nel prossimo decennio e di 214.500 nei prossimi venti anni.
Il quadro demografico è allarmante: la popolazione in età lavorativa si è ridotta dell’1,5%, mentre gli over 65 sono aumentati del 3,1%. Nei prossimi anni, la crescita della fascia anziana e la contemporanea diminuzione di quella attiva rischiano di generare «gravi scompensi nella tenuta complessiva del sistema di welfare», come emerge dai dati ufficiali. Di fronte a questa emergenza, la proposta di Mattia si pone come una risposta concreta e lungimirante.

«Ho depositato in Consiglio regionale la prima proposta di legge in Italia che affronta in modo strutturale la prevenzione dell’infertilità e la preservazione della fertilità. Obiettivo, contrastare la denatalità e garantire un accesso equo e consapevole alle tecniche di crioconservazione» ha dichiarato la consigliera, rivolgendo un appello diretto al presidente della Regione Francesco Rocca: «Mi appello al Presidente Rocca affinché questa proposta di legge sia discussa e approvata al più presto per aiutare le donne e le coppie che desiderano diventare genitori e affinché la Regione Lazio faccia da apripista in ambito nazionale, come già accaduto nella scorsa legislatura con la norma sulla Procreazione Medicalmente Assistita (Pma), che ha innalzato l’età delle donne da 43 a 46 anni garantendo l’accesso tramite la sanità pubblica. Un criterio poi adottato in maniera omogenea in tutta Italia con gli ultimi Lea».
La legge, che prevede un investimento di un milione di euro per il triennio 2025-2027, si articola su due fronti principali. Da un lato, una campagna di informazione e screening della riserva ovarica rivolta ai giovani attraverso consultori, scuole e università, per promuovere una scelta consapevole della genitorialità. Dall’altro, misure economiche per facilitare l’accesso alla crioconservazione pianificata degli ovociti (Cpo). Tra queste, l’esenzione totale dalle spese per le donne sotto i 35 anni con difficoltà di concepimento legate a motivi di salute e un contributo fino a 3.000 euro per le donne tra i 25 e i 35 anni che, per motivi sociali, scelgono di posticipare la maternità. Quest’ultimo beneficio è riservato a residenti nel Lazio da almeno un anno, con un reddito Isee familiare massimo di 30.000 euro.
«Attualmente in Italia, infatti, la crioconservazione è gratuita per le donne che hanno meno di 40 anni e ricevono una diagnosi di tumore, e, in alcune regioni, pur in assenza di una legge nazionale, possono accedere al servizio di preservazione della fertilità anche le donne con altre patologie (endometriosi, menopausa precoce, malattie autoimmuni ecc...). Poco o nulla viene fatto per quelle coppie meno abbienti» ha spiegato Mattia, sottolineando la novità dell’approccio olistico della proposta.
«Con questa legge affrontiamo per la prima volta il problema con un approccio olistico» ha concluso la consigliera, evidenziando l’urgenza di un intervento che non solo sostenga la natalità, ma garantisca equità e consapevolezza nella pianificazione familiare.
Il Lazio potrebbe così confermarsi un laboratorio di innovazione in materia di politiche sanitarie e sociali, aprendo la strada a un modello replicabile a livello nazionale. Ora la palla passa al Consiglio regionale e al presidente Rocca, chiamati a dare una risposta concreta a una crisi demografica che non può più essere ignorata.

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