Rapina con una pistola scacciacani e lesioni gravissime. Il tutto per strappare dal collo di un conoscente una collanina. Con queste accuse è stato arrestato il frusinate Stefano Pommella, 30 anni: era stato scarcerato da poco più di un mese. Questa mattina davanti al giudice Stefano Troianici l'udienza di convalida per Pommella, che è difeso dall'avvocato Luigi Tozzi.

I fatti sono accaduti alle prime luci dell'alba di martedì a corso Lazio. Lì, secondo la ricostruzione dei carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della compagnia di Frosinone, che ha eseguito l'arresto, si sarebbe consumata la rapina. Ma la dinamica è un po' strana, per cui, si indaga ad ampio raggio per capire se dietro ci sia dell'altro.

Sul posto una pattuglia dei militari dell'Arma era stata inviata a seguito di una segnalazione al 112 di una lite in atto. Così i militari del Radiomobile, intervenuti a corso Lazio, iniziavano a indagare su quanto riferito da un uomo di 38 anni, G.S. conoscente dello stesso Pommella. La vittima riferiva ai carabinieri di esser stata minacciata con una pistola scacciacani. L'obiettivo era il portafogli. Stando alla ricostruzione dell'episodio, l'arrestato l'avrebbe colpito ripetutamente alla testa con il calcio della pistola. Così facendo, vinta la resistenza, gli avrebbe strappato di dosso una collana d'oro, per poi darsi precipitosamente alla fuga. Le ricerche condotte dal personale dell'Arma portavano a rintracciare il presunto autore dell'aggressione poco dopo.

Addosso a Pommella, stando alle accuse costategli l'arresto, e precisamente in tasca, i carabinieri gli trovavano la refurtiva. Inoltre, poco distante, occultata in una siepe, veniva ritrovata e recuperata anche la pistola scacciacani. La vittima è stata trasportata al pronto soccorso dell'ospedale Spaziani dove gli veniva riscontrata una frattura del "seno mascellare". Vista la gravità delle condizioni, l'aggredito è stato successivamente trasferito al Policlinico "Umberto I" di Roma per essere sottoposto a un intervento maxillo facciale. La refurtiva è stata restituita al legittimo proprietario, mentre la scacciacani è stata posta sotto sequestro. L'arrestato, dopo aver finito di scontare una condanna al carcere di Spoleto e poi in regime di detenzione domiciliare, da circa un mese era tornato libero.