Mancata bonifica dell'ex Industrie Olivieri, si farà il processo. Il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Frosinone Antonello Bracaglia Morante ha rinviato a giudizio il legale rappresentante delle Industrie Olivieri, dal 10 febbraio 1999 al 30 aprile 2001, Luigi Olivieri, 42 anni, di Roma e Giuseppe Russo, 55 anni, di Anagni, direttore dello stabilimento dal 2002 al 2009, difesi dagli avvocati Giuseppe Pizzutelli e Emilio Biancucci. Il Comune di Ceprano che lamenta un danno da contaminazione del sito (tra Ceprano e Falvaterra) si è costituito parte civile attraverso l'avvocato Pierluigi Taglienti.

I due sono accusati, nei rispettivi ruoli, di aver «illecitamente interrato rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, sia all'interno che all'esterno dello stabilimento industriale, causavano la contaminazione accertata dall'Arpa Lazio, dei terreni nelle aree esterne ed omettevano di eseguire i dovuti interventi di messa in sicurezza e di bonifica del sito». Contestato anche il mancato rispetto dell'ordinanza di bonifica emessa dalla Provincia di Frosinone. Contesto l'aver provocato «una significativa compromissione e deterioramento dell'ambiente, in particolare dei terreni nelle aree esterne dello stabilimento, per la contaminazione degli stessi con sostanze altamente nocive con valori di concentrazione al di sopra dei limiti tabellari, misurati dall'Arpa Lazio nell'anno 2010 e nuovamente riscontrati nell'anno 2017».

In modo particolare risultano elevate le concentrazioni di idrocarburi pesanti, ma anche di zinco, etilbenzene, toluene, xilene e tricloretilene. Per la procura ad aggravare la compromissione dei luoghi sarebbe la vicinanza del fiume Sacco. Contestata la mancata attivazione delle procedure al rinvenimento dei rifiuti interrati. Il giudice, nonostante una serie di eccezioni sollevate dalla difesa ha ritenuto necessario il vaglio dibattimentale che inizierà dal 19 luglio.

Un altro procedimento è in corso  solo per l'inquinamento, ma è a rischio prescrizione. La difesa ha sollevato una serie di eccezioni sulla proprietà del sito e sul fatto che l'inquinamento si è protratto per un lungo lasso temporale che risale tra i 30 e i 40 anni. Inoltre, si è fatto riferimento anche alla circostanza che il sito è sotto sequestro ininterrottamente dal 2010 quandoci fu l'interven to delle forze dell'ordinee una prima analisi da parte dell'Arpa. Da allora, nonostante il sito sia rimasto nella disponibilità pubblica, tutto è rimasto allo stadio iniziale, come dimostrano anche le successive analisi effettuate dall'Arpa nel 2017. A distanza di sette anni, infatti, le analisi sono risultate quasi coincidenti. Peraltro, nell'accordo di programma per la bonifica del sito di interesse nazionale del bacino del Sacco, firmato giovedì tra il ministro dell'Ambiente Sergio Costa e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, per la bonifica del sito Oliveri sono a disposizione 4,3 milioni di euro.