La giustizia è lenta, ma alla fine arriva. Vittima delle marocchinate nel 1944, a distanza di 75 anni ottiene il diritto alla pensione di guerra.
La Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per il Lazio, ha accolto il ricorso di una delle tante donne ciociare che subirono le violenze da parte del Corpo di spedizione francese. Stupri, razzie di ogni genere, omicidi. E le vittime furono soprattutto donne come quella che, a distanza di 75 anni, si vede oggi riconoscere il diritto alla pensione. Un diritto per il quale ha dovuto combattere contro il ministero dell'Economia e la Ragioneria territoriale dello Stato di Frosinone che si opponevano al riconoscimento eccependo la tardività della domanda.
Le motivazioni

In questi giorni sono state rese note le motivazioni della sentenza, emessa dalla Corte dei Conti all'esito dell'udienza dello scorso 2 ottobre. La donna, che in passato aveva ottenuto il risarcimento dei danni patrimoniali, chiedeva, attraverso l'avvocato Mauro Sabetta, il riconoscimento del danno morale.

Per prima cosa i giudici hanno riconosciuto tardiva l'eccezione sulla prescrizione sollevata dal ministero, in quanto lo stesso Mef non si è costituito entro il termine dei dieci giorni prima dell'udienza. Tuttavia, i giudici hanno evidenziato che il ricorso, nel merito, «è fondato e va accolto ». La Corte dei Conti ha ritenuto «provato, in quanto non contestato, che la ricorrente abbia subito nel 1944 violenza carnale da parte delle truppe marocchine di occupazione». E dunque va «affermato il diritto della ricorrente alla concessione del trattamento pensionistico di guerra per la violenza carnale subita in periodo bellico da parte di truppe di occupazione, a decorrere dal primo giorno del mese successivo alla proposizione della domanda in via amministrativa.
Sugli emolumenti arretrati deve essere, infine, riconosciuto il diritto alla liquidazione degli interessi legali o, qualora più favorevole, della rivalutazione monetaria del credito fino al soddisfo».

Le nuove azioni

L'avvocato Luciano Randazzo che assiste l'associazione "Vittime marocchinate di goumiers" afferma: «Va dato atto all'avvocato Sabetta che ha ottenuto questo indennizzo. Questo dimostra che il problema dellemarocchinate comincia ad avere una rilevanza sotto il profilo di una giustizia umana più che giuridica.
Auguriamoci di continuare così».

C'è poi la questione di chi, vittima degli stupri di guerra 75 anni, non c'è più. «Molte di queste donno sono decedute - prosegue Randazzo - Si porrà un altro problema: fino a che punto la trasmissibilità di questo diritto alla pensione, ma io chiamerei risarcimento, possa trasferirsi agli eredi. Una delle prossime riunioni che faremo con l'avvocato Sabetta è su queste iniziative».
Ci sarà la possibilità di coinvolgere anche la Francia nei risarcimenti? «Intanto la Corte dei conti stabilito questo. Ma certamente sarà coinvolta anche la Francia, perché la Francia ha dato un modestissimo risarcimento per poche centinaia di lire, 100 pro capite. Ora stiamo depositando un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo nei confronti dello Stato francese per conto delle vittime delle marocchinate. 
Io sostengo che il diritto al risarcimento del danno debba essere ascrivibile anche agli eredi come avviene in tutte le vicende risarcitorie. Nessuno le ha mai risarcite, in molti casi le vittime sono state allontanate dalle stesse comunità in cui vivevano.
Marocchinate è un marchio che queste signore hanno pagato per tutta la vita».

Davide Caluppi aggiunge: «Da anni come Associazione nazionale vittime delle marocchinate ci battiamo con forza per dare verità storica alle migliaia di vittime violentate, usurpate della loro dignità dalle truppe marocchine. Anche qui in questa vicenda storica, questa parola entra in tutta la sua desolazione sino ai giorni attuali».