In Siria prove tecniche di guerra fredda

Per me tutto quello che sta accadendo in Siria odora di guerra fredda. Basta accendere la Tv e sentire gli aggiornamenti dei maggiori telegiornali per percepire un netto, e anche buffo, parteggiamento nel modo in cui la vicenda viene narrata: gli Usa bombardano “i cattivi”e i Russi i poveri civili, gli Usa vogliono sconfiggere il malvagio Assad e i Russi lo difendono, la Russia risponde che non ha sbagliato bersaglio e che gli occidentali dicono balle.

Sono queste le linee, rigide, del mainstream; poi ti immergi nella rete e lì invece puoi trovare di tutto, apprendi che la Cina è pronta a dare il suo appoggio in termini di armi, mezzi e soldati, presumibilmente a fianco di Putin, e ti imbatti nel video del repubblicano Tom Cotton, un video divenuto virale nel quale egli afferma che Putin è a tutti gli effetti un nemico da fermare. Di sicuro a Washington non saranno tutti come Tom Cotton, però il suo discorso ci dà un'idea chiara del clima aleggiante. La seconda guerra fredda ha ufficialmente battuto il ciack e le prove si fanno in medio oriente, i due blocchi ci sono e stavolta sono più grandi e allargati.

Come sappiamo da una parte Russia e Cina, dall'altra Usa e UE. L'obiettivo è l'egemonia territoriale ed economica, con la volontà di rimpaginare il Medio Oriente e ponendo l'UE come “zona di faglia”, perché interessa sia agli americani per allargare la Nato, sia ai Russi per riprendersi pezzi del Patto di Varsavia andati persi. Sullo sfondo l'economia, la quale con la sua instabilità fa oscillare tante nazioni, un esempio è la Grecia, che gli Usa hanno fortemente voluto rimanesse nell'euro, contro il volere della Germania, che è l'alleato più indisciplinato e che gli Usa stanno regolando “per via Volkswagen”. Precedentemente il caso ucraino, primo esempio degli obiettivi di conquista del territorio da parte di uno dei contendenti. “La situazione è grave ma non è seria”