Costi dimezzati nelle case hot cinesi con retroscena, scoperti nei mesi scorsi dalla polizia, raccapriccianti. Soprattutto in materia di guadagni delle signorine attirate in Italia con la scusa di un lavoro regolare e poi avviare al meretricio. In un caso, a fronte di 50 euro a prestazione, alle ragazze venivano elargiti 10 o al massimo 15 euro. Costi più alti per sud americane e italiane: tante quelle che sono state scovate in appartamenti disseminati ovunque a Cassino: via Arigni, largo Molise, viale Dante, via Pascoli, via Lombardia. Tutte zone centrali, facili da trovare per il clienti che, nella maggior parte dei casi, percorrono chilometri. Un "giro" che non conosce crisi e che il commissariato tiene sotto tiro.

Guadagnare 4.200 euro al mese senza "lavorare" eccessivamente: bastano 80 metri quadrati di casa in subaffitto. E bastano anche tre prostitute che, settimanalmente, sbarcano in città e vanno a occupare quelle stanze, corridoio e cucina, dietro compenso settimanale al locatario.
Siamo nel cuore della città, l'appartamento hot affaccia su piazza Labriola, nel centro di Cassino, e dal balcone si vede esclusivamente il palazzo di Giustizia. I clienti salgono a tutte le ore e sanno già qual è il costo della prestazione. A smantellare quest'altro giro a luci rosse e a denunciare un uomo per sfruttamento della prostituzione ci hanno pensato gli uomini del commissariato di polizia di Cassino, guidato dal dirigente Mascia.

L'operazione
Appartamenti storici, costruzioni anni Cinquanta quelle che perimetrano la piazza-salotto e affacciano su corso della Repubblica. Tra le più antiche di Cassino dove abitano famiglie ma dove sono subentrati tanti studi professionali. In questo contesto urbano, lungo la più centrale delle vie, si era insediato un ambiente a luci rosse, dove un cinquantaquattrenne ha ben pensato di ricavare un lauto stipendio dal sesso a pagamento.
Anche stavolta è stato il via vai di clienti a disturbare eccessivamente i residenti, a tutte le ore. Impossibile che passassero inosservati tra le scale o sul pianerottolo. Più facile che si confondessero nel tam tam della zona, sempre affollata. Così martedì mattina a citofonare a quell'indirizzo è stata la squadra Pg della polizia di Stato. Una "sorpresa" in piena regola, soprattutto per gli inquilini: un giovane trans e due ecuadoriane trentenni.

Subaffitto e costi
Sono state le successive indagini a permettere di ricostruire il quadro. La casa, infatti, era stata regolarmente affittata al cinquantenne, con la residenza al nord, a un costo di 450 euro. Ma lui ha ben escogitato di avviare il subaffitto alle "signorine". Le contattava, intercettando i messaggi sui siti specializzati, le faceva arrivare alla stazione con una cadenza settimanale (in genere il "ricambio" avveniva il lunedì) e pattuiva le regole: intorno ai 350 euro a settimana ciascuna, per un totale di 1.050 euro. Dunque, 4.150 al mese, al quale detrarre i 450 di affitto regolare al proprietario ignaro del business. Ogni settimana casa pulita e preservativi già posizionati nelle scatole. Più il passaggio dalla stazione all'appartamento che - secondo gli investigatori - curava personalmente. Nessun problema per gli "inquilini" a sborsare quella cifra dal momento che gli introiti negli appartamenti hot sono sempre elevati. Cento euro la prestazione base per le ragazze e 50 per il trans. La loro agenda? Sempre piena di appuntamenti.

Così, grazie a questa ricostruzione, la polizia di Stato ha denunciato l'uomo per sfruttamento della prostituzione e continua, senza fermarsi, le indagini nell'universo a luci rosse cassinate, concentrando le proprie attenzioni sui fenomeni dello sfruttamento e su un business da capogiro.

di: Katia Valente