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L'intervista

Vigili del fuoco, una vita in prima linea

Seimila interventi dei pompieri del comando di Frosinone. Abbiamo fatto il punto con il comandante Alessandra Rilievi

Vigili del fuoco, una vita in prima linea

Ci ha accolti nel suo ufficio. Prima di salire al secondo piano del comando dei vigili del fuoco di Frosinone abbiamo incontrato uomini e donne in servizio. Pronti a intervenire subito per ogni eventuale emergenza. Anche se è il periodo delle festività natalizie, loro, i vigili del fuoco, sono in prima linea.

Ogni giorno del calendario è uguale all’altro; perché quando si tratta di salvare vite, di intervenire per la messa in sicurezza, per evitare che una situazione degeneri da un momento all’altro, sono in campo. Sono una squadra. Il loro comandante, l’architetto Alessandra Rilievi, è al telefono. Ha appena ricevuto la comunicazione della nuova destinazione. Dal 31 gennaio sarà comandante ad Avellino, dopo essere stata tre anni e mezzo alla guida del comando di Frosinone. È quasi terminata anche l’ulteriore proroga di sei mesi, considerato che la scadenza dell’incarico era il 4 luglio 2025.

L’architetto Rilievi ci ha accolto con il sorriso. Con lei abbiamo voluto fare un punto sull’anno arrivato ormai a conclusione e permetterle di salutare tutta la squadra che ha avuto il piacere e l’onore di guidare durante il suo servizio in Ciociaria.

Un bilancio del 2025?

«Il bilancio è sicuramente positivo. Non si sono registrati infortuni. Nel senso che il nostro personale ha fatto buon uso di quella che è stata tutta la preparazione e dell’addestramento che durante l’anno, in qualche modo, cerca di effettuare compatibilmente con l’impegno quotidiano del soccorso, perché comunque si scontano inevitabilmente le problematiche relative alla carenza di organico. Quindi, come dico sempre, il livello del rischio anche dal punto dell’infortunio è legato alla loro preparazione. Ritengo che questo sia un risultato positivo anche sotto questo punto di vista. Il benessere e la sicurezza del mio personale sono per me un grande risultato considerato anche il mio ruolo di datore di lavoro».

Quanti interventi nel 2025?

«Più o meno abbiamo avuto circa seimila interventi in questo anno ormai giunto al termine. Tra questi molti sono riferiti agli incidenti stradali in cui si registra spesso la perdita di vite umane, soprattutto nel tratto autostradale, ma anche sulla superstrada “Sora-Avezzano” e sulla “Cassino-Formia” così come sono molti gli incidenti su altre infrastrutture stradali della Ciociaria. L’ultimo, purtroppo, a Ceccano, costato la vita a tre giovani».

Tanti anche gli interventi di soccorso a persona...

«Spesso, negli interventi di questo genere, troviamo persone decedute in casa. E questo forse apre un altro capitolo, quello più che altro sociale, delle persone che sono da sole o che vivono in condizioni poco abbienti».

Rispetto allo scorso anno ci sono stati più incendi boschivi?

«No, rispetto al 2024, quest’anno è stata una campagna boschiva sicuramente un po’ meno virulenta. Forse sono state messe in campo maggiori misure di deterrenza. Sicuramente servono costantemente politiche di monitoraggio serrate accompagnate da sanzioni e pene certe. Nella maggior parte dei casi siamo di fronte a incendi dolosi. L’incendio a volte è colposo, ma comunque c’è sempre la mano dell’uomo».

Tra gli interventi anche il recupero di animali...

«Il soccorso a persona e il soccorso a un animale, è uguale per noi. Sono vite da salvaguardare in entrambi i casi. Mettiamo in campo tutte le risorse necessarie affinché l’intervento si risolva nel migliore dei modi. Dedichiamo anche giornate intere al recupero».

È stata tre anni e mezzo al comando di Frosinone...

«Ho raccolto grandi risultati dovuti sicuramente alla mia tenacia con cui ho sempre interpretato il mio ruolo prima da funzionario, poi da comandante. Ma sicuramente i miei risultati da comandante sono dovuti fondamentalmente alla “squadra”. Alla squadra in senso lato. Ho avuto il privilegio di lavorare con gente eccezionale. È un personale con un grande senso di dignità, un grande senso di appartenenza e di grande valore umano. Un personale che ha lavorato seriamente e così abbiamo portato a casa grandissimi risultati. Grande risultato è stata l’acquisizione della sede centrale per la quale si procederà nei prossimi giorni all’intitolazione ad un nostro comandante. Abbiamo istituito il nuovo polo didattico di Cassino dove confluiscono anche corsi di livello nazionale e da ultimo, ma non per importanza, da luglio il comando di Frosinone è stato comando pilota nell’implementare la nuova sala operativa web. Anche in questo caso il personale ha dato prova di grande spirito di abnegazione superando ogni resistenza al cambiamento. Un progetto che dopo Frosinone verrà implementato su tutto il territorio nazionale».

Il pompiere ha paura?

«Molta. Guai non aver paura, la paura ti salva la vita. Al corso per sommozzatori mi hanno insegnato che quell’attimo in cui tu non respiri più ti salva la vita, capisci che devi salire. L’ultimo momento di lucidità ti fa capire quello che devi fare. Il pompiere salva la vita agli altri, la loro e quella degli altri camminano insieme. Mi è capitato, soprattutto in alcuni interventi quando ero funzionario di guardia, in prima linea con loro, ad esempio a Napoli, dove c’erano capannoni in fiamme, quasi in fase di collasso, che facevo fatica a farli uscire. Loro pensavano a salvare il capannone, i beni all’interno, e non pensavano al rischio che correvano».

Siamo arrivati a Capodanno. Un messaggio riguardo all’uso responsabile dei botti?

«Negli anni diciamo che qualche cosa si è fatto. C’è più consapevolezza. Ci sono però anche i botti illegali, nonostante lo sforzo delle forze dell’ordine che cercano di fare controlli serrati, il problema dei botti è che vengono utilizzati inconsapevolmente spesso con conseguenze irreversibili. Quello che dobbiamo ricordare è soprattutto che il botto si spara una volta sola e una volta sola si perde un occhio, una volta sola si perde un dito, una mano. C’è poi il rischio di imbattersi nei cosiddetti botti inesplosi che sono pericolosissimi. Nell’inconsapevolezza spesso i bambini prendono questi botti in mano non sapendo di cosa si tratta. È capitato tantissime volte che poi esplodono e rimangono feriti. Invito soprattutto i genitori a vigilare su questo fenomeno molto diffuso soprattutto nei centri abitati. Come in tutte le cose quello che conta è la prevenzione. Questo è l’appello che mi sento di fare da comandante dei vigili del fuoco e da mamma».

Quanto è importante la sinergia con le forze di polizia?

«È stato fondamentale lavorare insieme con le forze di polizia e con tutti gli enti locali. Bisogna sempre lavorare e continuare a implementare nuove forme di sinergia. Ognuno di​ noi viene da territori diversi, per cui porta con sé esperienze diverse che costituiscono un valore aggiunto, quindi una forma di arricchimento per tutti noi».

A breve saluterà il comando di Frosinone. Che anni sono stati?

«Sono stati anni bellissimi. Porterò tutto il personale sempre nel cuore. E non solo il personale ma anche la popolazione della Ciociaria, una popolazione di grandi valori e di grandi princìpi, molto legata al proprio territorio. È questo il futuro per mantenere le tradizioni del territorio e mantenere anche il legame con i vigili del fuoco. I pompieri mantengono delle tradizioni anche attraverso alcune manifestazioni, come quelle di “Pompieropoli” e della “Scuola sicura”, attraverso cui viene divulgata anche la cultura della sicurezza; quello che si fa un po’ su tutto il territorio nazionale e che a livello capillare si fa attraverso i comandi dei vigili del fuoco».

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