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Alatri

Omicidio di Thomas Bricca, l'ora delle difese

Davanti alla Corte d’assise d’appello di Roma parleranno i legali di Roberto e Mattia Toson. Alla prima udienza l’accusa aveva insistito per l’ergastolo nei confronti di entrambi gli imputati

Omicidio di Thomas Bricca, l'ora delle difese

La vittima Thomas Bricca

Dopo l’accusa e le parti civili oggi toccherà alle difese.

Seconda udienza del processo davanti alla Corte d’assise d’appello di Roma. E sarà il turno degli avvocati Angelo Testa e Umberto Pappadia che rappresentano i due imputati Roberto e Mattia Toson, condannati in primo grado, rispettivamente all’ergastolo e a 24 anni per l’accusa di omicidio volontario nei confronti di Thomas Bricca.
Alla precedente udienza la procura generale, con l’intervento anche del pm frusinate Rossella Rica, aveva sollecitato l’ergastolo per entrambi gli imputati. Tesi approvata anche dalle parti civili, avvocati Nicola Ottaviani, Marilena Colagiacomo e Eugenia De Cesaris per la famiglia di Thomas e il Comune di Alatri.

Dal canto loro, i difensori dei Toson solleveranno le questioni presentate alla Corte con il ricorso d’appello. In primo grado avevano chiesto l’assoluzione e in subordine la derubricazione da omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione a omicidio colposo o preterintenzionale il che darebbe agli imputati l’opportunità di beneficiare del rito abbreviato. In modo particolare i legali dei Toson chiedono la rinnovazione istruttoria sulla perizia antropometrica, che per il Ris non sarebbe possibile, e sulle celle telefoniche agganciate in un determinato punto di Alatri.
Nelle motivazioni della sentenza di primo grado, la Corte d’assise di Frosinone ha ritenuto Mattia lo sparatore e Roberto il conducente dello scooter T-max arrivato al Girone la sera del 30 gennaio 2023. E ha scritto: «I propositi di vendetta di Mattia e Roberto nei confronti di Omar Haoudi (il vero obiettivo dell’agguato secondo la procura, ndr) sono emersi in modo netto ed incontrovertibile». Anzi, c’è «la prova del fatto che vi era una certa fretta» di agire.

La procura, in base alle indagini condotte dai carabinieri, ha insistito sulle intercettazioni dei congiunti degli imputati (compresa quelle dei nonni nella caserma dei carabinieri con il gesto dello sparare che viene mimato), sulle dichiarazioni della fidanzata di Mattia, sul ritrovamento nell’auto della ragazza di un casco ritenuto compatibile con quello degli sparatori, sulla sparizione dell’hard disk con le registrazioni che avrebbero potuto riprendere le uscite di casa di Mattia. Tesi che la difesa oggi proverà a ribaltare.
Al termine della discussione, la Corte deciderà se aggiornare l’udienza ad altra data o andare in camera di consiglio.

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