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L'appello

Rubano i ricordi della madre defunta: «Vi perdoniamo, ma riconsegnateceli»

I due figli scrivono ai ladri che avevano portato via una cassaforte con oggetti dal grande valore affettivo

Rubano i ricordi della madre defunta: «Vi perdoniamo, ma riconsegnateceli»

L'appello di due figli ai malviventi che hanno portato via i ricordi della madre defunta. Un grido di dolore che si leva alto e la richiesta di riconsegnare il maltolto in un chiesa della città di Cassino. «La sera di sabato 13 dicembre, a Cassino, in via Cocciuto, zona Folcara - scrivono i figli - contrada San Nicola, qualcuno è entrato nella nostra casa e ha portato via una cassaforte. Dentro non c’erano solo oggetti. Dentro c’era una vita intera: quella di nostra madre, scomparsa cinque anni fa a soli 59 anni per un male che non lascia scampo, ma che non riesce a portare via l’amore. Da allora viviamo con ciò che resta: i suoi ricordi, la sua presenza silenziosa, le cose che aveva custodito con cura per tutta una vita. In quella cassaforte c’erano i suoi gioielli. Non gioielli di grande valore economico, ma di valore infinito per noi. Ogni anello, ogni collana, ogni piccolo oggetto raccontava un momento, un sorriso, una festa, una carezza. Raccontava lei. Vi scriviamo per chiedervi un atto di pietà. Non vi giudichiamo. Non vi condanniamo. Se si arriva a rubare in casa di altri, forse è perché non si vede un’altra via. Non sappiamo chi siete, né vogliamo saperlo. Vi perdoniamo.

Ma vi chiediamo di restituirci anche solo una parte di ciò che avete portato via. Non importa cosa. Qualunque cosa. Per voi possono sembrare banali gioielli da rivendere. Per noi sono vita, respiro, battito del cuore. In quei gioielli c’è la bellezza di nostra madre. C’è la felicità di una famiglia oggi spezzata dal dolore, ma che ogni giorno cerca di sopravvivere. C’è il suo sorriso, i momenti felici vissuti con noi, la sua voce che ancora ci accompagna. Avete una mamma? Allora forse potete capire. Non vi chiediamo di palesarvi. Non vogliamo nomi, né spiegazioni. Vi chiediamo solo di lasciare ciò che potete in una chiesa di Cassino. Chi saprà, poi, farà in modo che ci venga restituito. Aiutateci a non perdere anche questo. Aiutateci a tenere viva una parte di quella donna speciale che è stata nostra madre. Perché lei, come tutte le madri, era speciale. E perché senza quei ricordi, la nostra vita e quella di nostro padre restano a metà. Con rispetto, con dolore, con speranza, i figli».

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