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Ceccano

Servizio scuolabus, le nuove tariffe fanno scintille

La giunta fissa i costi per il trasporto degli studenti. L’assessore Ciotoli: chi meno ha meno paga. L’opposizione insorge. La consigliera di FdI Bianchini: metodo sbagliato per un’offerta a scatola chiusa

Servizio scuolabus, le nuove tariffe fanno scintille

La giunta del sindaco Andrea Querqui ha approvato le tariffe per la mensa scolastica e il servizio scuolabus che entreranno in vigore dalla ripresa delle lezioni dopo le vacanze natalizie. Una decisione che non soddisfa l’opposizione di centrodestra.

L’assessore alla pubblica istruzione Francesca Ciotoli ha annunciato la revisione delle tariffe dello scuolabus in base all’Isee familiare. “In sostanza - scrive la Ciotoli in una nota - chi ha meno paga meno, chi ha di più paga di più, nel rispetto del principio costituzionale della progressività e attraverso una riduzione delle nuove tariffazioni in confronto con il passato”. E fa qualche esempio: si passa da 8 fasce Isee a 10; ampliata la fascia di esenzione totale che passa da un tetto Isee di 2.000 euro a 5.000; resta la riduzione del 50% prevista per il secondo figlio e l’esenzione totale per il terzo figlio oltre che per gli alunni con disabilità. Anche le rate restano invariate: 10 a cadenza mensile.

«L’impegno - dice l’assessore Ciotoli - è teso a sostenere in modo compiuto i nuclei familiari ceccanesi con la riattivazione di un servizio pubblico di primaria importanza, con l’adozione di tariffe più sostenibili, specie per le fasce di reddito meno abbienti. È possibile effettuare le iscrizioni per il servizio di trasporto scolastico sulla piattaforma dedicata».
La decisione dell’amministrazione Querqui non piace però al centrodestra. La capogruppo di FdI Ginevra Bianchini ricorda i motivi che indussero la passata amministrazione a sospendere il servizio scuolabus con l’intenzione di riprenderlo a gennaio gratuitamente. «Nonostante le criticità - rimarca la Bianchini - il contributo richiesto agli utenti rappresentava una quota marginale della spesa complessiva, mentre il peso principale ricadeva sul bilancio comunale, già allora segnato da gravi e strutturali difficoltà di liquidità. Difficoltà che oggi vengono richiamate dagli amministratori attuali, ma che esistevano già dieci anni fa, sin dall’insediamento del 2015. Non sono una scoperta recente, né un alibi: sono un dato di realtà con cui, ieri come oggi, chi amministra è chiamato a confrontarsi. È in questo contesto che si è arrivati a un punto critico, grave, in cui la sospensione del servizio è diventata una scelta obbligata».

«Oggi, invece, si assiste a una scelta profondamente diversa - aggiunge l’esponente di FdI - Il servizio per l’anno 2025/2026 è sperimentale, limitato temporalmente, con affidamento ancora da effettuare e con linee e itinerari da razionalizzare e rivedere. L’unico elemento che risulta certo è il costo a carico delle famiglie, con fasce Isee e tariffe puntuali ben specificate. È qui la contraddizione: si stabilisce quanto pagare prima di sapere cosa si offre. Si ha l’impressione che si voglia far partire il servizio soprattutto per poter rivendicare di averlo riattivato, come se l’obiettivo fosse dimostrare di essere più bravi di chi c’era prima, anche a prezzo di trasferire sulle famiglie il rischio dell’improvvisazione amministrativa. Nel frattempo, le famiglie non sanno quali percorsi saranno attivati, dove saranno le fermate, quali orari verranno garantiti, chi gestirà il servizio. Sanno solo che devono pagare. Nessuno contesta la volontà di riattivare il servizio - conclude Bianchini - Si contesta il metodo. Prima si chiarisce cosa si è davvero in grado di garantire e poi, eventualmente, si stabiliscono le tariffe. Questo non è fare meglio: è far pagare alle famiglie a scatola chiusa un servizio che non è ancora pronto».

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