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L’osservatorio dell’Inps

Agricoltura, numeri in crescita

In Ciociaria nel 2024 una media di 1.143 occupati al mese. Lieve aumento anche delle aziende. L’assessore Righini: «Il risultato dimostra la vitalità del settore e la capacità di creare lavoro stabile»

Agricoltura, numeri in crescita

«I dati diffusi dall’Inps confermano che il Lazio è una delle regioni trainanti per l’occupazione agricola in Italia».

È quanto dichiara l’assessore all’Agricoltura, Giancarlo Righini, commentando i risultati dell’Osservatorio Inps sul mondo agricolo.
«Secondo l’Istituto di statistica - osserva l’assessore - nel 2024 il numero degli operai agricoli dipendenti nel Lazio è cresciuto del 7,6% rispetto al 2023, la seconda regione d’Italia dopo il Veneto. Il dato è superiore alla media italiana (+2,4%) e a quella del Centro Italia (+6,1%)».  Nel 2024, in provincia di Frosinone, secondo i dati dell’Inps, si registra una media annua di 1.143 lavoratori. Tuttavia, la stragrande maggioranza dei lavoratori, 909, è a tempo determinato mentre altri 235 sono a tempo indeterminato. Rispetto al 2023 si registra una crescita da 1.094 a 1.143, più 4,5%. E a crescere sono soprattutto i contratti a tempo determinato, da 873 a 909 (più 4,1%), rispetto a quelli a tempo pieno, saliti da 227 a 235 (più 3,5%).
Nel 2024, i mesi nei quali sono stati impiegati più lavoratori nel settore agricolo sono stati ottobre con 1.268, settembre con 1.262 e novembre con 1.212. Al contrario, il ricorso ai lavoratori agricoli è minore a gennaio (924), febbraio (1.006) e marzo (1.054).

Nel 2024 si sono contati in totale 1.744 lavoratori: il grosso (212) è nella fascia tra i 30 e i 34 anni, seguono con 205 gli agricoltori tra i 50 e ni 54 anni, con 199 quelli tra 35 e 39 anni, con 197 quelli tra 45 e 49 anni. Ci sono poi anche 34 lavoratori under 19 e 77 over 65. Nel Frusinate si registra un incremento, seppur lieve, anche delle ditte agricole, da 445 a 450 (più 1,1%). Nell’ultimo anno, il numero di aziende in economia passa da 120 a 117, i coltivatori diretti invece crescono da 291 a 297 così come le cooperative da 30 a 32, stabili a 4 i consorzi di bonifica. L’assessore Righini aggiunge: «Questo risultato dimostra la vitalità del nostro tessuto agricolo e la capacità delle imprese del Lazio di creare lavoro stabile, anche in una fase di riorganizzazione del settore. L’aumento dell’occupazione agricola è un segnale importante per le aree rurali, per le filiere agroalimentari e per l’intera economia regionale, ma non possiamo fermarci qui. La sfida nei prossimi anni sarà favorire il ricambio generazionale, sostenere le imprese che investono in qualità, tecnologie e sostenibilità, e rafforzare le competenze dei lavoratori attraverso formazione mirata. Sulla scia degli importanti investimenti per il settore messi in campo dal Governo Meloni, e in particolare dal ministro Lollobrigida, abbiamo scelto di accompagnare le aziende agricole nei loro processi di innovazione, di sostenerle nei momenti di difficoltà e di promuovere opportunità per i giovani che vogliono avviare nuove imprese in agricoltura. I dati Inps ci dicono che questa direzione è quella giusta».

Secondo l’assessore regionale al Lavoro Giuseppe Schiboni «i dati Inps sono la testimonianza della bontà del lavoro congiunto che la giunta regionale del Lazio sta portando avanti in questi anni per la valorizzazione di uno dei settori traino della nostra economia. La crescita evidenziata del numero degli operai agricoli dipendenti è significativa anche rispetto ad un processo di progressiva emersione del lavoro nero e di contrasto al caporalato su cui stiamo investendo con interventi mirati, territorialmente radicati ed istituzionalmente monitorati in modo costante per sostenere le imprese e tutelare i lavoratori. Penso al rafforzamento dei servizi dei Cpi, al progetto Soleil, ai tavoli interistituzionali per prevenire fenomeni di sfruttamento. Continueremo ad investire in formazione ordinaria e continua per consolidare l’innovazione, rinnovare le competenze e dare nuovo impulso a questo comparto di eccellenza all’insegna della legalità, della dignità dei lavoratori e delle imprese coinvolte».

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