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La vicenda

Si torna in aula dopo 19 anni

Un furto nel 2006 di note griffe, poi il tentativo di fuggire e l’inizio di un lungo iter giudiziario. I ricorsi, il cambio di imputazione con la riqualificazione del reato e la battaglia: processo “da rifare”

Minacce e offese. Aggredito un avvocato al tribunale di Cassino

Il tribunale di Cassino

Colpo grosso in un negozio di importanti griffe per portare via capi di pregio da piazzare sul mercato nero. Poi l’arrivo della polizia, la corsa, il tentativo di seminare gli agenti. E l’arresto. Era il 2006: in tre avrebbero rotto una vetrina per portare via diverse centinaia di capi di valore da un negozio di viale Dante. Quello che i tre campani non avevano messo in conto (forse) era la rapidità dell’intervento della polizia. Saltati sulla loro Ford Escort avrebbero provato a seminare gli agenti, cercando - secondo le ipotesi della Procura - di speronare in più occasioni la vettura di servizio in uso alla pg. Quindi il folle inseguimento in A1 e l’arresto. A distanza di quasi vent’anni dai fatti il processo è ripartito da zero, con la prima nuova udienza che si è celebrata giovedì davanti al Tribunale di Cassino. Solo uno dei tre - assistiti dagli avvocati Armando Pacione e Antonella Germani - è tornato in libertà: gli altri stanno espiando pene per altri reati.

“Riavvolgendo il nastro”, si può comprendere il complesso iter: avverso una prima sentenza che condannava i tre per furto è stato proposto appello su alcune circostanze. La Corte d’appello, ritenendo configurata l’ipotesi di resistenza, aveva ipotizzato il reato più grave: quello della rapina impropria (per la violenza durante l’inseguimento). Valutando tale ipotesi, i giudici capitolini avevano annullato la sentenza di primo grado rimettendo gli atti al pm. Una decisione avverso la quale la difesa proponeva intanto ricorso per Cassazione. Che però, essendo stata annullata la prima sentenza, ha ritenuto necessario (per mancanza di interesse) ripartire dall’inizio. Quindi si è arrivati alla riqualificazione del reato (con l’aggravante delle recidive, che comporterebbe un aumento sostanziale dei termini di prescrizione) e all’apertura del nuovo processo, con tanto di udienza preliminare e rinvio a giudizio. A distanza di quasi vent’anni la prima udienza si è celebrata giovedì. Cruciali le eccezioni sollevate dall’avvocato Armando Pacione sulle questioni tecniche, che verranno poi vagliate in seno alla discussione. Chiesta l’acquisizione delle sit di due testimoni del tempo: tra le altre cose, l’attenzione della difesa si è concentrata sull’assenza in auto della contestata refurtiva. E sull’assenza di “segni” dello speronamento. Ascoltati, intanto, i primi testimoni: una agente della Scientifica intervenuta sul luogo e l’ispettore che aveva coordinato nel 2006 le indagini.

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