Cassino
05.11.2025 - 20:00
Andrea Di Traglia segretario Frosinone Latina Fiom Cgil
C’è un silenzio pesante che avvolge lo stabilimento Stellantis di Cassino. Non è solo il “rumore” delle linee ferme, ma quello di un’intera comunità produttiva che aspetta segnali di vita industriale. Le catene sono immobili, i reparti deserti, e tra i corridoi riecheggia soltanto il suono del vento dell’incertezza che attraversa i capannoni. Un’immagine che racconta meglio di qualunque numero la condizione di un sito che, da tempo, vive più giorni di fermo che di lavoro effettivo.
Anche in questi giorni, la fabbrica è ferma e lo resterà fino al 7 novembre. Poi, dal 15 al 31 dicembre, nuovi stop “sotto l’albero”: altre vacanze forzate, coperte con i residui ferie e con i permessi retribuiti. Un ciclo che si ripete, senza prospettive concrete di ripartenza. Nei reparti, i lavoratori parlano di un silenzio che pesa come un macigno, o se vogliamo, come un presagio di lunghe attese e instabilità specie dopo la notizia che i nuovi modelli, attesi per rilanciare lo stabilimento, non arriveranno prima del 2028.
Per la Fiom-Cgil, non è una sorpresa ma l’ennesimo segnale di una crisi annunciata. Gli annunci si susseguono ma le promesse restano sulla carta. A pagare il prezzo più alto sono, ancora una volta, gli operai: costretti a casa, con buste paga alleggerite e senza prospettive chiare. Senza giri di parole Andrea Di Traglia (segretario Frosinone Latina Fiom Cgil) dichiara: «Le ferie forzate sono ormai diventate una prassi. È lo scarico da parte dell’azienda di una mancanza di visione e di una totale assenza di prospettiva produttiva. In termini pratici, nulla è cambiato dal 17 dicembre 2024, data dell’incontro al Mimit. L’unica certezza che l’azienda ha fornito è l’intenzione di utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione - dagli ammortizzatori sociali, alle ferie, ai permessi - perché non ci sono ordinativi e non si intravede alcuno spiraglio che vada in controtendenza rispetto agli annunci degli ultimi anni. Quello del 17 dicembre 2024 è stato solo l’ultimo di una lunga serie di annunci, iniziata con il piano industriale del 2018, anch’esso fallimentare. Da allora, il vuoto».
Il sindacato punta il dito su una strategia che sembra aver abbandonato l’Italia. Dopo l’incontro del 20 ottobre con l’amministratore delegato di Stellantis, Filosa, non sono emerse novità concrete. «Dopo il 20 ottobre, dall’incontro con Filosa, non è cambiato nulla: non ci sono elementi di novità. Festeggiare le 400 assunzioni interinali a Torino per l’avvio della 500 ibrida non rappresenta un segnale di rilancio, così come non lo sono le notizie sul Compass di Melfi, ormai datate. Stiamo semplicemente “vestendo” vecchie notizie da novità. E per quanto riguarda Cassino, la situazione è ferma a quello che ci siamo detti nel 2023, quando si parlava del lancio della piattaforma elettrica per Giulia e Stelvio: oggi si dichiara che non arriverà prima del 2028».
Un immobilismo che contrasta con i grandi piani di investimento all’estero. «Il punto vero è che Stellantis non è un’azienda che non investe, ma che sceglie dove farlo. Parliamo di 13 miliardi investiti negli Stati Uniti e, recentemente, dell’annuncio di 1.400 assunzioni a tempo indeterminato e di 2 miliardi di investimenti in Francia entro il 2026. Tutto questo mentre in Italia si continua a restare fermi. Il panorama produttivo delle vetture mass market è ormai completamente sbilanciato fuori dall’Europa, e questo è il vero segnale che emerge dalle ultime comunicazioni di Filosa: ritardi, mancanza di missione produttiva per gli stabilimenti italiani e nessuna prospettiva nel breve periodo».
Parole dure, che riflettono una realtà difficile: una fabbrica senza ordini, un territorio in bilico e un futuro industriale che scivola sempre più lontano. «La conseguenza è chiara - conclude Di Traglia - rischiamo di chiudere l’anno con più giornate di fermo che di lavoro effettivo». Intanto, a Cassino, il vento continua a soffiare tra le linee spente. Un vento che porta via la fiducia e lascia dietro di sé un silenzio che sa di attesa e di inquietudine.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione