Economia
31.10.2025 - 12:00
 
												La sede dell'Inps di Frosinone
La crisi dell’automotive trascina verso l’alto la cassa integrazione in Ciociaria. Nel 2025 già autorizzate più ore di “cassa” rispetto a tutto il 2024. In nove mesi, pareggiato quasi anche il dato dell’intero 2023. Tuttavia, per il secondo mese consecutivo diminuiscono le ore di cig rispetto al 2024. È il risultato di una condizione decisamente peggiorata con il passare dei mesi, soprattutto da aprile in poi. Il dato di fatto è che le ore di cig autorizzate in provincia di Frosinone sono cresciute di molto rispetto all’analogo periodo del 2024. È quanto emerge dall’ultima rilevazione dell’Inps, su base provinciale, con dati aggiornati a settembre. L’aggiornamento dell’Osservatorio sulle ore autorizzate di cassa integrazione è stato reso noto ieri dall’istituto di previdenza.
In Ciociaria a settembre sono state autorizzate 278.784 ore, di cui 168.968 di ordinaria e 109.816 di straordinaria. L’anno scorso, nello stesso periodo, le ore furono decisamente più con 1.938.030, di cui oltre 1,2 milioni di straordinaria. Da gennaio a settembre, invece, si hanno 10.667.294 ore autorizzate, praticamente tutte di straordinaria, 9.698.214, che si sommano alle 969.080 di ordinaria. Rispetto al 2024 l’incremento è evidente, dato che all’epoca erano state autorizzate 6.121.720 ore, di cui 2.081.126 di ordinaria e 4.040.594 di straordinaria. Nel confronto a dodici mesi l’aumento è del 74,24%. L’anno, invece, si è aperto con 391.380 ore autorizzate, di cui 212.524 di straordinaria. A gennaio 2024, invece, erano state 184.525. La situazione si ribalta, però, a febbraio: nel 2025 le ore di cig si mantengono in linea con quelle del mese precedente a quota 320.278, al contrario di un anno fa quando erano esplose fino a superare i due milioni. Marzo, invece, non presenta grosse differenze tra i due anni messi a confronto: 273.840 ore nel 2025 e 259.530 nel 2024. Nel primo trimestre dell’anno in corso sono state autorizzate complessivamente 985.498 ore contro 2.466.244 del primo trimestre 2024, per una riduzione complessiva del 60%.
Tuttavia, da aprile la tendenza cambia: quest’anno le ore autorizzate sono 1.885.258 contro le appena 144.732 dello stesso mese del 2024. Anche a maggio c’è un solco tra il 2025 e il 2024 con 2.622.806 ore autorizzate, di cui 2,5 milioni di straordinaria, a fronte delle 489.664 dell’anno scorso. A giugno, la differenza si assottiglia: 529.558 ore nel 2025 e 392.716 nel 2024. Nel secondo trimestre del 2025 si hanno 5.037.622 ore di cig autorizzate, rispetto al 1.027.112 del 2024, più 390,46%.
A luglio il record di ricorso agli ammortizzatori sociali si materializza con 4.353.450, di cui 4.313.050 di straordinaria. Mentre lo scorso luglio era finito con 392.716. Ad agosto le parti si invertono: 11.940 ore autorizzate nel 2025 e 271.748 nel 2024.
Nel terzo trimestre, pertanto, dal 2024 al 2025 si conferma il trend al rialzo, da 2.628.364 a 4.644.174, per un più 76,69%.
Nel 2025, a spingere verso l’alto la cassa integrazione sono i numeri della straordinaria: 1.782.958 ore ad aprile, 2.550.514 a maggio e 4.313.050 a luglio. È lo specchio della crisi che sta investendo il settore auto e tutto l’indotto con il continuo ricorso agli ammortizzatori sociali nello stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano. Una situazione sempre più difficile per gli operai, costretti a cassa integrazione e contratti di solidarietà costanti. Senza calcolare le ferie, sono rimasti a casa poco meno di 100 giorni, ovvero quasi un terzo del periodo di lavoro.
Tornando ai numeri, lo scorso anno si è concluso con oltre nove milioni di ore di cassa integrazione, per la precisione 9.166.050. Cifre trainate dalla ripresa del ricorso agli ammortizzatori sociali nei mesi di settembre con 1.938.030 ore autorizzate, ottobre con 1.067.172 e, infine, dicembre con 1.341.478. Allora si riscontrava, pertanto, una lieve diminuzione di ore concesse: se nel 2023 erano state 10.678.618, il 2024 con 9.166.050 portava a una variazione percentuale in discesa di 14,2 punti percentuali. La cifra del 2024 rappresentava l’undicesimo valore tra le province italiane per ore concesse di cassa integrazione. Numeri drammatici e, peraltro, già superati a tre quarti del cammino.
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