Cassino
28.10.2025 - 15:30
Il Consiglio di Stato, con una sentenza pubblicata il 27 ottobre 2025, ha definitivamente respinto il ricorso presentato dai tre ex vigili urbani a tempo determinato del Comune di Cassino, confermando la piena legittimità dell’operato dell’amministrazione comunale. La decisione chiude un lungo contenzioso sulle modalità di reclutamento del personale di polizia locale, sancendo la correttezza della scelta del Comune – difeso dall’avvocato Lio Sambucci – di procedere alle assunzioni esclusivamente tramite concorso pubblico, nel rispetto dei principi di trasparenza e meritocrazia.
La vicenda
Il Consiglio di Stato, dopo un contenzioso estenuante protrattosi per lungo tempo, con sentenza pubblicata ieri ha respinto il ricorso dei tre ex vigili urbani a tempo determinato, affermando la legittimità dell’operato del Comune di Cassino, difeso e patrocinato in questa lunga e complessa querelle dall’avvocato Lio Sambucci.
Nel merito
«In conclusione, respinto il primo ed il secondo motivo dell’atto di appello – è scritto in un passo del dispositivo della sentenza -… in riforma va affermata la legittimità della delibera n.158 del 21 aprile 2022». Il massimo organo amministrativo ha messo così la parola fine ad una vicenda che, nella sostanza, riguardava le modalità di reclutamento dei vigili urbani inseriti nel piano di fabbisogno 2020/2022. Questione che ha ritardato oltre ogni comprensibile ragione la possibilità di procedere sinora all’assunzione a tempo indeterminato di nuovi agenti di polizia locale nella città martire.
I tre ex vigili reclamavano la “stabilizzazione”, in difformità però a quanto era stato stabilito dall’amministrazione comunale. E cioè di procedere all’assunzione di nuovo personale solo attraverso concorso pubblico per titoli ed esami. Rifiutarono pertanto anche la possibilità loro offerta di partecipare ad un concorso riservato a loro tre. A tal proposito, nella sentenza si legge che «l’indizione di un concorso, non solo con una quota di posti riservata, ma addirittura riservato ai concorrenti in via pressoché esclusiva (per essere gli unici in possesso dei requisiti richiesti), non può essere considerata giuridicamente lesiva nei loro confronti». Tutt’altro.
Il Consiglio di Stato ha riconosciuto, riguardo alla del. 158/2022 che «si tratta di una delibera ampiamente motivata, ed anche plurimotivata, di modo che, letta nella sua interezza, consente di individuare le molteplici ragioni per le quali l’amministrazione ha ritenuto che la scelta del pubblico concorso non solo fosse da preferire, ma fosse talmente rispondente al pubblico interesse da consentire di rivalutare le proprie precedenti “politiche assunzionali” (delle quali erano espressione i Piani del fabbisogno di personale approvati nel 2018 e 2019), malgrado le aspettative ingenerate nei potenziali interessati».
I commenti
A commento, il sindaco Enzo Salera, ha rilevato che la sentenza dà atto del comportamento ineccepibile dell’amministrazione che ha operato in coerenza con la linea che si era data per l’assunzione del personale. Quella cioè di preferire la prova selettiva concorsuale in quanto è quella che consente la verifica di elementi di conoscenza da ritenere essenziali per lo svolgimento delle funzioni. «Ci siamo mossi nel rispetto della linea che ci eravamo dati». Sulla stessa lunghezza d’onda del sindaco l’assessore al personale, Gino Ranaldi, il quale evidenzia anche l’alta professionalità dell’avvocato Lio Sambucci nella difesa della ragioni del Comune in una vicenda «dall’apparenza semplice ma che ha dovuto fare i conti con complicazioni varie», ha detto.
Si chiude così un capitolo che ha tenuto col fiato sospeso lungamente l’amministrazione comunale della città martire.
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