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La cementificazione

Consumo di suolo da record. Frosinone è terzo nel Lazio

In percentuale nel 2024 il capoluogo è il primo tra quelli del Lazio e terzo assoluto nella regione. Al secondo posto in Ciociaria c’è Piedimonte e a seguire Isola del Liri, Cassino, Broccostella e Ceccano

panorama frosinone

Un panorama di Frosinone

La città di Frosinone è al terzo posto nel Lazio per percentuale di suolo consumato nel 2024. È il dato più alto tra tutti i capoluoghi, anche più di Roma. Frosinone è al 29,83%, primo, davanti proprio a Roma con il 23,70%. Quindi Latina al 15,56%, Rieti al 7,30% e Viterbo al 6,26%. È quanto emerge dall’edizione 2025 del rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” dell’Ispra. Nell’introduzione si legge che: «Il consumo di suolo rappresenta una delle principali minacce alla biodiversità, alla sostenibilità ambientale, alla sicurezza alimentare e alla resilienza climatica. In Italia, il monitoraggio di questo fenomeno è affidato all’Ispra e al Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente (Snpa), che, ogni anno, producono una cartografia aggiornata e una serie di indicatori che fotografano l’evoluzione del territorio, le dinamiche di trasformazione, la crescita urbana e infrastrutturale, gli impatti sul suolo e sui suoi servizi ecosistemici».

Il Lazio
In valori assoluti, per suolo consumato, Roma è prima davanti a Latina e Fiumicino. Per la percentuale di suolo consumato Ciampino (42,97%) supera tutti, precedendo anche Anzio (34,96%) e Frosinone (29,83%). Al quarto posto Albano Laziale (27,31%) e al quinto Piedimonte San Germano con il 26,71%. Per suolo consumato pro capite Micigliano, Marcetelli e Varco Sabino sono i primi tre del Lazio. Tra i primi dieci figura, però, Coreno Ausonio, all’ottavo posto, con 1.847,95 metri quadrati per abitante.

Il Frusinate
Partendo dalla percentuale di suolo consumato in Ciociaria nel 2024, ai primi posti figurano Frosinone con il 29,83%, Piedimonte San Germano con il 26,71%, Isola del Liri con il 20,46%, Cassino con il 14,65%, Broccostella con il 13,78%, Ceccano con il 13,02%, Boville Ernica con il 12,18%, Aquino con il 12,09%, Ferentino con l’11,91% e Torrice con l’11,87%, restando tra i primi dieci. I migliori: Filettino con lo 0,78%, Colle San Magno con l’1,09% e San Biagio Saracinisco con l’1,32%. Per suolo consumato Frosinone è al primo posto in provincia con 1.390,16 ettari davanti a Cassino con 1.214,97, Anagni con 1.211,82, Alatri con 966,04, Ferentino con 960,02, Veroli con 862,42, Sora con 804,19, Ceccano con 790,87, Pontecorvo con 628,85 e Monte San Giovanni Campano con 481,46. I migliori Viticuso con 38,76, San Biagio Saracinisco con 40,90 e Acquafondata con 41,85.
Per incremento di ettari di suolo consumato tra il 2023-2024 Anagni in testa con 8,37 ettari, seguita da Cassino con 5,64, Frosinone con 4,24 (ma tra i 2020 e il 2021 aveva toccato 7,53), Ferentino con 4,03, Ceccano con 3,38, Cervaro con 2,92, Paliano con 2,35, Alatri con 1,90, Patrica con 1,83 e Veroli con 1,52. Tredici i paesi con zero, tra cui Supino, San Giovanni Incarico, Vallecorsa, Acuto e Filettino.

L’Italia
A livello nazionale l’Ispra denuncia, nel 2024, «una crescita significativa del consumo di suolo: 83,7 km² di territorio trasformato in aree artificiali, con un incremento del 15,6% rispetto al 2023. Il ritmo raggiunge i 2,7 m² al secondo, pari a quasi 230.000 m² al giorno. La crescita delle superfici artificiali è solo in piccola parte compensata dal ripristino di aree naturali, pari a poco più di 5 km2, dovuti al passaggio da suolo consumato a suolo non consumato. Così, il consumo netto arriva a 78,5 km², il valore più alto degli ultimi dodici anni, con una crescita del suolo consumato a livello nazionale dello 0,37%. Oggi, le infrastrutture, gli edifici e le altre coperture artificiali occupano più di 21.500 km2, il 7,17% del territorio italiano. In Europa la media è del 4,4%».
A livello regionale, invece, «le regioni con maggiore copertura artificiale rimangono Lombardia (12,22%), Veneto (11,86%) e Campania (10,61%), mentre le maggiori perdite di suolo nel 2024 si registrano in Emilia-Romagna (1.013 ettari di nuove aree artificiali), Lombardia (834 ettari), Puglia (818 ettari), Sicilia (799 ettari) e Lazio (785 ettari). La Valle d’Aosta si conferma la regione con il consumo inferiore». Guardando ai singoli territori, «la provincia di Monza e Brianza si conferma al primo posto per percentuale di suolo artificiale, con quasi il 41% del territorio provinciale consumato e con un aumento di 47 ettari negli ultimi dodici mesi. Le province che hanno mostrato il maggiore consumo di suolo annuale sono Viterbo (424 ettari), Sassari (245 ettari) e Lecce (239 ettari)». E ancora: «Dal 2006 al 2024 nel 98% (7.739 su 7.896) dei comuni italiani si è registrato un aumento del suolo consumato. Gli incrementi sono stati di almeno 5 ettari in 4.259 comuni (il 54%) e superiori a 10 ettari in quasi due quinti dei casi (2.970 comuni). Nell’ultimo anno, in circa due terzi dei comuni sono state rilevate nuove superfici artificiali, in poco meno del 20% la crescita è stata di almeno un ettaro, mentre gli incrementi più consistenti, oltre i 5 ettari, hanno interessato quasi il 5% dei comuni». Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, commenta: «Consumare suolo non significa soltanto deturpare il paesaggio, ma distruggere una risorsa indispensabile alla vita. Il suolo è una risorsa non rinnovabile, scarsa e non esiste tecnologia che possa sostituire i suoi servizi ecosistemici: fornisce materie prime, biomassa e il cibo necessario alla sopravvivenza dell’uomo e di tutte le altre specie viventi; è elemento fondamentale del ciclo vitale sulla Terra; rappresenta una riserva di biodiversità, un serbatoio di carbonio ed è regolatore del ciclo dell’acqua e degli elementi biochimici. Senza suolo non c’è agricoltura e senza agricoltura non c’è cibo».

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