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«A Cassino siamo veramente a livelli drammatici»

Ieri il convegno “Politiche industriali, quali strategie per il territorio”. A concludere i lavori il segretario generale Fiom nazionale De Palma

«A Cassino siamo veramente a livelli drammatici»

Nel contesto del convegno promosso dalla Cgil “Politiche industriali, quali strategie per il territorio?”, il segretario generale della Fiom nazionale, Michele De Palma, ha delineato con toni di profonda preoccupazione il quadro dello stabilimento Stellantis di Cassino, simbolo di una crisi industriale che rischia di compromettere la tenuta occupazionale e la prospettiva produttiva di un intero territorio. «A Cassino ormai siamo veramente a livelli drammatici. Cassino rischia di scendere sotto i 2.000 dipendenti, sono stati fatti incentivi all’esodo ma non sono state fatte nuove assunzioni, noi proponiamo invece che a fronte delle uscite ci siano delle assunzioni delle nuove generazioni».

Un appello, quello del leader sindacale, che si accompagna alla denuncia di una strategia industriale giudicata miope e pericolosa. «Non possiamo consentire a Stellantis di chiudere gli stabilimenti, perché questo è il rischio. Penso che posticipare il lancio della produzione elettrica non sia una buona scelta, dico che si faccia bene a produrre auto endotermiche e auto ibride ma il mercato dell’elettrico è un mercato in crescita. Quindi il punto è che bisognava avere piattaforme multienergy che consentissero di avere dall’elettrico, all’ibrido all’endotermico». De Palma ha, insomma, indicato come elemento di forte preoccupazione il rinvio della produzione dei modelli elettrici e l’incertezza sul futuro dell’ibrido. «A Cassino – aggiunge – saranno più i giorni a casa che i giorni in cui staranno al lavoro».

Infine, uno sguardo al domani, fondato su innovazione e rinnovamento generazionale: «Il futuro – conclude – è fatto di ricerca e delle giovani generazioni e noi la battaglia che stiamo facendo qui è di salvaguardare la struttura produttiva per poter dare un’opportunità ai ragazzi e alle ragazze che si formano nelle scuole e nelle università per avere un futuro».
È stato Giuseppe Massafra, segretario generale Cgil Frosinone Latina ad aprire i lavori e a presentare gli ospiti al tavolo. Per l’università, a portare i saluti il prorettore, professor Nicola Nisticò. «Le soluzioni non possono essere unicamente territoriali, sono inevitabilmente di livello globale, nazionale ed europeo», ha detto. «La vera sfida alla crisi è un’idea di politica industriale che è quella che l’Italia e tutti i paesi hanno avuto dopo la guerra. Oggi siamo in una situazione di emergenza bisogna pensare a un progetto di sviluppo».

Il segretario della Fiom di Frosinone e Latina, Andrea Di Traglia, è tornato a denunciare con forza una crisi che definisce ormai sistemica. «In questo territorio va individuata l’origine del male, e ha un nome e cognome: si chiama Stellantis. Lo stabilimento di Cassino è uno dei più a rischio». Di Traglia non nasconde la delusione per l’incontro con Antonio Filosa, amministratore delegato di Stellantis Italia: «Non è sufficiente per avere risposte in questo territorio», afferma, sottolineando la gravità della situazione occupazionale. «Laddove gli operai sono scesi a 2.300, mentre pochi anni fa erano il doppio, e con stipendi da 1.200, 1.300 euro».

Il segretario rivolge poi una critica anche alle istituzioni europee, accusate di non aver sostenuto adeguatamente il settore automotive. «Su questo territorio rischiamo di cadere in un buco nero. L’industria va difesa, il lavoro va difeso e oggi come allora noi lo faremo per un futuro da dare ai giovani, senza che debbano scappare altrove». È stata poi la volta di Luca De Zolt (segretario generale Filcams Cgil Frosinone e Latina) che ha focalizzato l’attenzione sugli appalti e sulle pesanti ricadute sul territorio di questa crisi. «L’impoverimento dell’industria diventa un impoverimento di tutti», ha spiegato. Poi ha parlato David Guidi (segretario Generale Filt Cgil Frosinone e Latina) che ha focalizzato la sua attenzione sulla crisi Trasnova, dettaglio dopo dettaglio.

La voce di una studentessa e quella di una lavoratrice Stellantis sono risuonate nella sala del campus Folcara con tutta la loro imponenza. La battaglia per la Zes nelle parole del sindaco di Cassino Enzo Salera e la volontà di vedere sempre un territorio unito nelle sue “missioni” di crescita mentre Natale Di Cola (segretario Generale Cgil Roma e Lazio) ha ammesso: «La condizione dello stabilimento e le condizioni sembrano più nere di quelle che pensavamo».
Nel suo intervento, Vittorio Celletti, presidente di Unindustria Cassino, ha delineato una visione strategica per il rilancio industriale del territorio, fondata su tre direttrici di sviluppo integrate e orientate all’innovazione.

«La prima direttrice è quella della mobilità sostenibile, che consenta di consolidare il settore dell’automotive attraverso l’adattamento ai nuovi mercati e lo sviluppo di un Supplier Park specializzato e innovativo, con uno sguardo rivolto alla guida autonoma». «La seconda direttrice – ha proseguito Celletti – riguarda la costruzione di una rete territoriale ampia, che abbracci l’asse Gaeta–Cassino per la nautica e il sistema portuale, e quello Roma–Colleferro–Cassino per la filiera della difesa e dell’aerospaziale. La terza direttrice, infine, è tecnologica e innovativa: punta alla creazione, in collaborazione con l’Università di Cassino, di un centro di ricerca dedicato alla cyber security, con uno speciale focus sul futuro dell’auto, all’intelligenza artificiale – in prospettiva non solo applicativa – e alla realizzazione di data center».

Un confronto intenso, quello promosso dalla Cgil, che ha intrecciato voci, esperienze e prospettive diverse ma accomunate da un obiettivo comune: restituire al territorio una visione di sviluppo capace di coniugare industria, innovazione e dignità del lavoro. Cassino – con la sua storia e le sue competenze – può e deve tornare a essere un motore di progresso, a condizione che istituzioni, imprese e mondo sindacale scelgano insieme la via del coraggio e della responsabilità.

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