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Il Tar fa annullare la bocciatura

Alunno con Dsa non supera l’esame di terza media, la famiglia fa ricorso e ottiene il diritto a una nuova prova. I giudici hanno riconosciuto la violazione della norma che prevede misure compensative e dispensative

Il Tar fa annullare la bocciatura

Come alunno con Dsa avrebbe avuto diritto a sostenere l’esame di terza media con delle misure compensative, previste per legge. Ma così non è stato. Il ragazzo, preparatosi all’esame a casa con la didattica parentale, a giugno all’esame, a scuola a Ferentino, era stato bocciato. Ma quel provvedimento l’aveva considerato ingiusto e per questo lui ha convinto i genitori, una coppia di Frosinone, a presentare ricorso al Tar. La seconda sezione del Tar di Latina, presieduta dal giudice Ines Pisano, ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Nicola Ottaviani, e imposto alla scuola di fargli ripetere l’esame di Stato. Esame svolto l’altro ieri, davanti a una commissione diversa da quella che lo aveva valutato la prima volta, e superato a pieni voti. Così il giovane, ora, potrà iscriversi alle superiori.

Il Tar di Latina nell’esaminare il ricorso ha ricordato che per gli alunni con diagnosi di Dsa (disturbi specifici dell’apprendimento) la legge ha previsto il diritto «a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica». Percorsi da riconoscere anche all’esame di Stato. Il Tar ha evidenziato che la scuola era a conoscenza della certificazione di Dsa per cui aveva redatto un piano didattico personalizzato, certificazione pervenuta alL’istituto «in tempo ampiamente utile per predisporre le misure compensative e dispensative... in vista dello svolgimento delle prove d’esame». Tra l’altro, «come dalla stessa scuola ammesso nella relazione», si legge nella sentenza, «nessuna misura richiesta» dalla normativa per gli alunni con Dsa è stata prevista. E anzi la relazione redatta dalla scuola è stata fortemente contestata dai ricorrenti perché in essa si sosteneva, sostanzialmente, che la famiglia avrebbe voluto una promozione gratis e perché redatta da una docente con la quale la stessa famiglia aveva avuto degli screzi. Il Tar ha così concluso che «l’omissione delle misure compensative e dispensative previste dalla legge e dal piano didattico personalizzato ha avuto un’incidenza causale diretta sull’esito dell’esame». Da qui l’illegittimità della bocciatura, con diritto dell’alunno a ripetere l’esame e condanna alle spese per 1.500 euro del ministero dell’Istruzione e della scuola

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