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Frosinone

Foto con l’IA, stop al processo

Cadono le accuse di diffamazione e revenge porn perché degli scatti solo i volti erano reali. Un giovane era accusato di aver diffuso sui social immagini di amiche in pose sessualmente esplicite

Foto con l’IA, stop al processo

Colpo di scena al processo per revenge porn. Niente sentenza e atti che ritornano al pubblico ministero per valutare un’altra ipotesi di reato. Che non sarà più né il revenge porn né la diffamazione. Sotto accusa è finito un ventenne di Serrone per aver modificato, con l’intelligenza artificale, foto di amiche rendendole pornografiche per poi pubblicarle sui social. I fatti risalgono al maggio del 2024. Le ragazze a un certo punto si sono riconosciute (erano riprodotti i loro volti) e così sono partite le denunce e l’inchiesta della procura di Frosinone. Le vittime sono quattordici ragazze del paese o di comuni della zona, per lo più coetanee, ma tra di loro ci sono una quindicenne e una ventiseienne. Tutte ritrovatesi, loro malgrado, raffigurate in situazioni sconvenienti, realizzate con dei fotomontaggi, creati con dei programmi appositi e senza la loro partecipazione attiva. Il giovane ieri è comparso davanti al gup del tribunale di Frosinone Ida Logoluso, assistito dall’avvocato Nicola Ottaviani, per quella che doveva essere l’udienza finale del rito abbreviato.

Il legale ha formulato però un’eccezione. Ha sostenuto che la legge sul revenge porn punisce la diffusione di immagini di attività intime e private di carattere sessuale. Immagini reali e non riprodotte con l’intelligenza artificiale. Delle ragazze - ha argomentato l’avvocato Ottaviani - solo i volti erano reali, il resto era generato dall’intelligenza artificiale. Il legale ha spiegato che la scorsa settimana il Parlamento ha approvato una modifica alla legge sul revenge porn per far includere anche le immagini realizzate con l’intelligenza artificiale che, al momento del fatto, non rientravano nel reato di revenge porn. Il giudice gli ha dato ragione e, a quel punto, ha rimesso gli atti al pubblico ministero ritenendo non contestabili i reati di revenge porn e diffamazione. Ora starà alla procura di Frosinone valutare che tipo di reato contestare al giovane. Le indagini sono state condotte dalla polizia postale di Frosinone su Telegram, dove le immagini erano state diffuse, che ne ha poi bloccato la diffusione. Le ragazze sono parti civili con gli avvocati Rosario e Mario Grieco, Giuseppe Porta, Maria Robino e Simona Giuliani.

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