Cerca

Frosinone

Dionisio Paglia morto dopo un incidente sul lavoro: un rinvio a giudizio

Il gup di Frosinone ha rinviato a giudizio per il mancato sopralluogo sulle condizioni di pericolo. Dionisio Paglia era precipitato dal tetto di un capannone e poi era morto tre mesi dopo l’incidente

 Dionisio Paglia morto dopo un incidente sul lavoro: un rinvio a giudizio

Il tribunale di Frosinone

Incidente mortale sul lavoro, un rinvio a giudizio e cinque assoluzioni. Così ha deciso il gup del tribunale di Frosinone per la morte dell’operaio di Boville Dionisio Paglia, avvenuta il 22 marzo 2022, in ospedale a Cassino, a tre mesi di distanza dalla caduta avvenuta a Frosinone in un capannone della Leonardo, il 4 dicembre del 2021. La procura aveva chiesto quattro assoluzioni per i riti abbreviati e due rinvii a giudizio per chi aveva optato per l’ordinario.

L’udienza, davanti al gup Antonello Bracaglia Morante, ha riguardato Norberto Fiacco, 43 anni, di Torrice, l’unico rinviato a giudizio, e Giampaolo Migliorini, 57, di Roma, che avevano optato per l’ordinario nonché per Mauro Paglia, 57 di Boville Ernica, Giuseppe Rovoletto, 64, di Roma, Marco Uri, 58, di Roma e Giovanna Zompatori, 55, di Boville Ernica, tutti assolti, che avevano chiesto l’abbreviato. Sono stati difesi dagli avvocati Christian Alviani, Maurizio Bortolotto, Mario Gebbia, Nicola Ottaviani, Carlo Marchiolo, Michele Navarra e Rosario Grieco. La famiglia dell’operaio è rappresentata dall’avvocato Alessandro Frangiamore.

Secondo l’accusa, Dioniso Paglia, insieme a un collega, si trovava su una piattaforma elevabile per lavori di impermeabilizzazione sul tetto di un capannone (intervento richiesto dalla Leonardo) quando, dopo essersi spostato dalla postazione, precipitava al suolo «non avvedendosi, a causa della mancanza di segnaletiche di sicurezza o di protezione e dell’assenza di informazioni specifiche, che quel solaio fosse composto da lucernari a falde in pannelli di fibra di vetro».
Per la procura, a monte ci sarebbe l’omissione, prima di procedere, della verifica che la copertura fosse resistente a sostenere il peso degli operai e la mancata messa in sicurezza.

In particolare, a Fiacco è contestato l’aver omesso la procedura «di sopralluogo-preventivo-accettazione, omettendo di segnalare al datore di lavoro le condizione di pericolo evidenti, ed altresì non avendo interrotto l’attività, anzi consentendola, di tal che, sebbene a conoscenza dell’assenza di presidi prevenzionistici volti alla limitazione del rischio di caduta dall’alto, mettevano a disposizione di Paglia la piattaforma elevabile».

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione