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Frosinone

Fuga all’alt e droga, patteggia tre anni

Ad aprile era stato arrestato a Pesaro per detenzione di cocaina, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Tre anni all’albanese che era in compagnia di Zaka al momento della sparatoria allo Shake bar

Fuga all’alt e droga, patteggia tre anni

L’albanese era fuggito all’alt dei carabinieri durante un controllo a Pesaro

Era allo Shake bar la sera dell’uccisione di Kasem Kasmi. Ad agosto 2021 era “volato” con l’auto su una fioriera di via Aldo Moro, fortunatamente senza provocare feriti.
Elis Hebibasi, albanese di 29 anni, residente a Frosinone, ha patteggiato una pena a tre anni per droga, resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. È l’esito del processo subito a Pesaro in conseguenza dell’arresto, eseguito lo scorso aprile dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Pesaro.
Tra l’altro, all’albanese era stata contestata - tra i primi in Italia - la nuova aggravante, entrata in vigore appena 24 ore prima dell’inseguimento, dell’aver commesso il fatto nei confronti di ufficiali di polizia giudiziaria.

La presenza a Pesaro dell’albanese, che vive a Frosinone, però non è passata inosservata. Ora, infatti, si indaga per capire gli eventuali collegamenti in atto tra la Ciociaria e le Marche per quanto riguarda il rifornimento di sostanze stupefacente dall’Adriatico fino alla provincia di Frosinone.
Hebibasi era accusato dei reati di detenzione di droga, nello specifico circa 260 grammi di cocaina, occultata all’interno di un calzino, trasportata e lanciata da una Bmw X1, nonché di resistenza a pubblico ufficiale con l’aggravante di aver commesso il fatto in danno degli agenti di polizia giudiziaria e di lesioni per aver provocato ferite guaribili in 12 giorni a entrambi gli occupanti di un’auto civetta dei carabinieri, speronata dalla berlina dell’albanese.
Secondo quanto ricostruito dalla procura di Pesaro, poco prima delle ore 22 di domenica 13 aprile, l’albanese transitando su una stradina che dalla via Flaminia sale sul colle Ardizio, ha incappato in una pattuglia del Nucleo investigativo dell’Arma di Pesaro in servizio su un’auto civetta, una Peugeot 208.

I carabinieri hanno deciso di procedere al controllo e così hanno intimato l’alt alla Bmw condotta dall’albanese. Quest’ultimo, però, non si è fermato e ha cercato di allontanarsi. Nel farlo - così come ricostruito dai carabinieri - ha prima speronato la 208 e poi è finito contro un muro perimetrale e un blocco di cemento di un’abitazione che si trovava nel percorso di fuga. L’albanese è stato così arrestato, mentre i due carabinieri si sono fatti visitare in ospedale, per i traumi conseguenti dello speronamento, con 12 giorni di prognosi per contusioni varie.

Hebibasi, che è assistito dall’avvocato Riccardo Masecchia, era accusato anche di aver lanciato dall’auto il calzino contenente i 260 grammi di cocaina divisi in cinque confezioni sottovuoto. In occasione della covalida dell’arresto di aprile, aveva reso spontanee dichiarazioni scusandosi con i carabinieri. Il ventinovenne aveva raccontato di essere nel gruppo di Zaka il giorno in cui è avvenuta la sparatoria, costata la morte del connazionale Kasem Kasmi. E per questo, nonostante l’azione di fuoco sia stata attribuita al solo Zaka (condannato con rito abbreviato in primo grado a 20 anni di reclusione per omicidio e triplice tentato omicidio), ha sostenuto di aver subito pesanti minacce. Aveva raccontato di aver temuto per la propria incolumità e di non aver riconosciuto i carabinieri. E per questo aveva cercato di scappare.
Nei giorni scorsi, dunque, l’uomo ha definito la propria posizione con il patteggiamento a tre anni per tutti e tre i reati contestati.

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